Dopo i bombardamenti dei siti nucleari iraniani ed in previsione di un possibile rilascio di radioattività nell’ambiente, Arpa Piemonte ha intensificato, a titolo precauzionale, le attività di monitoraggio ambientale della radioattività nel particolato atmosferico, incrementando la sensibilità delle misure presso la stazione di Ivrea.
I risultati delle prime analisi ad elevata sensibilità sulla radioattività atmosferica (sensibilità di 10-5 Bq/m3 -Becquerel per metro cubo- per gran parte dei radionuclidi, un valore inferiore di almeno un ordine di grandezza rispetto alle analisi di routine), sono risultati, per fortuna, nella norma. Arpa fa sapere che i controlli di questo tipo, con una sensibilità accentuata degli apparecchi, proseguiranno almeno fino alla fine della settimana. Poi si valuterà se proseguirli ulteriormente o meno, ma molto dipenderà anche da come si evolve quella che, oramai, si può chiamare guerra, tra Israele e Iran.
Ovviamente tutta la macchina dei controlli è scattata, come avviene oramai in caso di questi attacchi. Un protocollo diventato indispensabile dopo il disastro nucleare avvenuto il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. L’esplosione causò la contaminazione radioattiva di vaste aree, rendendo la zona inabitabile e avendo un impatto significativo sulla storia e la geografia della regione. Le particelle radioattive trasportate dalle masse d’aria raggiunsero tutta l’Europa, contaminando anche la Svizzera.