BORGARO — Forti contrasti politici e ideologici, figli della tormentata situazione internazionale, hanno scosso martedì la riunione di un Consiglio Comunale già segnato da contrapposizioni al vetriolo. Certo, non sono mancate le delibere. L’assessora al bilancio Pina Fabiano ha esposto con dovizia di dettagli il Dup 2026-2028, ricco di obiettivi quali il 75 per cento di raccolta differenziata e il sostegno alle famiglie in difficoltà, e il Bilancio Consolidato 2024, chiuso con un utile di 520.590 euro. Approvati inoltre la regolarizzazione di proprietà di atti ceduti al Comune da privati, la convenzione per la Commissione per il Paesaggio che segna l’ingresso di Brandizzo e il progetto di pista ciclopedonale tra piazza Barrea e via Italia. Ma la proposta di Fratelli d’Italia di un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk spaccava subito il Consiglio, con l’uscita dall’aula della maggioranza al completo e di Luigi Spinelli (Uniti per Cambiare), in disaccordo con l’iniziativa. Il gruppo guidato da Cristiana Sciandra si vedeva anche respingere – contraria la maggioranza, astenuto Uniti per Cambiare – una mozione a sostegno del commercio di vicinato con provvedimenti finalizzati anche a garantire la sicurezza.
Si scatenava poi un vespaio con i tre ordini del giorno finali originati dalla crisi in Medio Oriente. La maggioranza ne proponeva uno per l’esposizione della bandiera della Palestina sulla facciata del Municipio, la condanna del governo Netanyahu e le richieste al governo italiano di sospendere la collaborazione militare con Israele e di riconoscere lo Stato di Palestina; a favore – pur senza ottenere dalla capogruppo Roberta Di Siena la rimozione del simbolo – Uniti per Cambiare, contrario Fratelli d’Italia. Non passavano invece il documento di solidarietà al popolo palestinese proposto da Uniti per Cambiare (che consegnava agli altri capigruppo bandiere palestinesi piegate in segno di lutto), poiche la maggioranza riteneva il proprio «più completo», e quello di Fratelli d’Italia di appoggio a tutte le vittime di guerra nel mondo: un modo «per buttare la palla in tribuna», secondo Di Siena, e negare, secondo il sindaco Claudio Gambino e l’assessore Eugenio Bertuol, che in Palestina sia in corso l’aggressione di un esercito ai civili.
Dalle parole ai fatti: ora la bandiera palestinese campeggia sulla facciata di Palazzo Civico, di fronte a piazza Europa, accanto a quella arcobaleno della pace, e la polemica politica è salita di livello. In profondo disaccordo il consigliere regionale Andrea Cerutti: «È giusto – afferma l’esponente della Lega – avere le proprie idee sul conflitto e mostrare solidarietà a un popolo in guerra, ma di fronte a un tema così sentito dall’opinione pubblica è necessario che le istituzioni lancino messaggi di pace e non di divisione. I cittadini ricordano bene i danni che i sedicenti Pro Pal hanno causato i giorni scorsi a Torino impedendo la circolazione di treni e aerei e creando disordini nelle piazze e disagi agli esercizi commerciali. Esporre la bandiera di uno dei due paesi in guerra apre a pericolose interpretazioni da parte di quanti stanno strumentalizzando il conflitto israelo-palestinese per far passare impuniti i comportamenti violenti e gli atti vandalici».