Si è aggravato il quadro clinico della neonata trovata in gravissime condizioni a Cirié, evento che ha portato al provvedimento di fermo per tentato infanticidio nei confronti della madre.
La donna, 38 anni, è stata raggiunta dal provvedimento cautelare in carcere a seguito del parto avvenuto lunedì scorso, quando la bambina è venuta alla luce prematuramente (al settimo mese di gestazione) nel water dell’abitazione. La piccola, che pesa appena un chilo, è rimasta sommersa nell’acqua per circa venti minuti.
Il tempestivo intervento del fratello della donna ha permesso il salvataggio. Trasportata d’urgenza all’ospedale Maria Vittoria di Torino, la neonata è ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Le sue condizioni, pur restando formalmente stabili, sono estremamente critiche e i sanitari stanno valutando la possibile insorgenza di lesioni cerebrali irreversibili a causa della prolungata mancanza di ossigeno.
Il provvedimento di fermo è stato formalizzato dai Carabinieri della Tenenza di Cirié nella serata di ieri, notificato alla 38enne mentre si trovava in degenza ospedaliera, dove era stata accompagnata dal 118. I soccorritori l’avevano trovata nel bagno di casa della madre in stato confusionale e sotto l’effetto di stupefacenti (crack).
Agli inquirenti, coordinati dalla pm Maria Baldari, la donna ha riferito di non essersi mai accorta della gravidanza e di essere stata colta dal panico al momento del parto. Tuttavia, la sua posizione è difficile da sostenere, soprattutto perché la 38enne avrebbe avuto la lucidità di recidere il cordone ombelicale prima di collassare sul pavimento. Le indagini continuano per accertare la dinamica esatta e per stabilire se i servizi sociali e psichiatrici che seguivano la donna potessero essere a conoscenza della gestazione.
(foto generica e di repertorio)


