La Città Metropolitana di Torino ha confermato il proprio sostegno totale ai lavoratori di Konecta, l’azienda che lo scorso dicembre ha annunciato un piano industriale drastico: la chiusura delle sedi di Asti e Ivrea per accorpare tutte le attività su Torino.
Una decisione che si traduce nel trasferimento forzato di oltre 1.100 dipendenti, di cui 700 appartenenti al solo polo eporediese. Durante l’incontro avvenuto presso le Officine H di Ivrea, convocato dal sindaco Matteo Chiantore, la consigliera metropolitana delegata allo sviluppo economico, Sonia Cambursano, ha ribadito la gravità della situazione davanti ai sindacati (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil), alle Rsu e ai rappresentanti degli enti locali.

«I nostri Comuni sono in prima linea perché le ricadute sociali della perdita di lavoro rappresentano un problema enorme per il territorio», ha dichiarato Cambursano. L’allarme riguarda non solo il posto di lavoro in sé, ma il progressivo impoverimento economico e sociale di aree che rischiano di trasformarsi in “città dormitorio” o di perdere professionisti qualificati.
La battaglia si sposterà presto nelle piazze. È stato infatti confermato lo sciopero per martedì 13 gennaio, con una manifestazione prevista davanti al Consiglio Regionale del Piemonte. La Città Metropolitana ha assicurato la propria presenza fisica ai presìdi per dare forza alla protesta. «Vogliamo rappresentare una vicinanza concreta a tutti i tavoli di coordinamento interistituzionale», ha aggiunto la consigliera. Oltre alla mobilitazione, le amministrazioni locali stanno studiando strategie per rendere i territori meno vulnerabili a queste fughe industriali. I punti cardine della strategia istituzionale sono tre: attrarre commesse, avanzare richieste forti per investimenti che permettano ai lavoratori di riqualificarsi secondo le nuove tecnologie e ontrastare la logica degli accorpamenti selvaggi che svuotano le province a favore dei grandi centri.


