La ‘fame’ di case non si placa con la crisi economica che, anzi, moltiplica l’insorgere di richieste, bisogni e speranze legate al tetto sotto cui vivere.
Per le famiglie con meno risorse è difficile trovare soluzione al problema casa. Se non bastano gli alloggi di edilizia popolare (Atc), l’edilizia convenzionata (cooperative) offre una ulteriore possibilità di canoni calmierati. A volte, però, fra i requisiti dei bandi di questo tipo, ve ne sono di quelli che rischiano di trasformare il sogno in delusione: è il caso di Gianluca Re, giovane ciriacese con un lavoro a tempo determinato e una casa troppo stretta per crescere due figli piccoli. A maggio scorso ha risposto a un bando diramato tramite il Comune di Ciriè per l’assegnazione di un alloggio edificato dalla cooperativa Di Vittorio in via De Gasperi. A dicembre è risultato primo in graduatoria ed è stato convocato. Al colloquio, però, ha scoperto che la firma del contratto era vincolata al versamento di circa 5mila euro, che la cooperativa chiede per statuto agli assegnatari per alimentare un fondo di mutualità a favore dei soci.
«La notizia mi ha sorpreso, sul bando non era riportato e io non disponevo di quella cifra, per cui – ricorda il giovane ancora deluso – ho dovuto rinunciare alla casa». Prima di tirarsi indietro ha chiesto al Comune di anticipare il denaro con la promessa di restituirlo a rate: «Non chiedo niente in regalo, i soldi li avrei resi», spiega. Vista l’impossibilità di percorrere questa strada, Gianluca non ha potuto far altro che rientrare nella sua vecchia casa in affitto.
L’assessore all’Edilizia Luca Capasso, chiarisce il ruolo marginale del Comune: «Gli appartamenti in questione non sono di proprietà pubblica, ma di una società privata che ha partecipato a un bando regionale per edilizia convenzionata». Il che significa che la cooperativa pone sul mercato case a un canone più basso perché finanziata dalla Regione. L’appartamento in questione era uno dei dieci in edilizia agevolata sperimentale finanziata dal bando regionale ‘Diecimila alloggi entro il 2012’.
Nell’avviso ciriacese l’informazione sulla quota di ingresso, benché sia una consuetudine nota, in effetti non c’era. «Dispiace che si sia creata questa situazione – conclude Capasso – Abbiamo cercato di mediare con la Di Vittorio, ma il fondo lo prevede il loro statuto e serve per aiutare i soci in difficoltà economiche».
Casa in cooperativa a canone agevolato – Vince bando, ma sfuma l’assegnazione