Con l’approssimarsi della Giornata della Memoria, si è tenuta domenica scorsa a Torino un’imponente manifestazione per commemorare le vittime della deportazione nei lager. In rappresentanza delle Valli era presente lo storico ceresino Marco Castagneri, appassionato ricercatore e componente del cento Nicola Grosa di Lanzo.
L’ iniziativa è stata promossa dall’associazione “Nessun uomo è un’isola” presieduta da Felice Tagliente, che con i suoi volontari gestisce il museo dell’ex Carcere “Le Nuove”.
Dopo il ritrovo allo storico binario 17 della Stazione di Porta Nuova, da cui partivano i convogli dei deportati (prima quelli dei militari catturati subito dopo l’8 settembre ‘43 e poi, dal gennaio ‘44, i detenuti delle Nuove: partigiani, renitenti alla leva della Rsi ebrei, donne, religiosi compromessi con la Resistenza, scioperanti), si è sviluppata una fiaccolata fino alle carceri con successiva commemorazione all’interno del famigerato “ braccio tedesco”, conclusasi con la deposizione di una corona di fiori nel corridoio delle celle sotterranee dei condannati a morte.
Il corteo era preceduto dai gonfaloni della Città di Torino, della Provincia e della Regione e del comitato regionale “Resistenza e Costituzione”. Seguivano il gonfalone della Federazione Volontari della Libertà decorato di 128 Medaglie d’oro, il Labaro dell’Anei (l’associazione Ex Internati militari), dell’Aned (l’associazione dei Deportati politici), dell’Anpi dei giovani del Sermig (che gestisce l’Arsenale della Pace di piazza Borgo Dora), il coro dell’associazione Alpini di Rivoli (che ha eseguito canti della Resistenza), oltre ad una folta rappresentanza dell’Associazione dei Vigili del Fuoco (a ricordo dell’attività clandestina del Corpo durante la lotta di liberazione).
Nel braccio tedesco si sono alternati gli interventi dei vari oratori. Giuseppe Segre, presidente della comunità ebraica di Torino ha ricordato le centinaia di ebrei qui incarcerati, tra i quali il lanzese Moise Poggetto, padre della compianta Ines Poggetto.
Ha parlato quindi padre Fernando dei Missionari della Consolata, i cui membri assistettero i prigionieri fino all’autunno del ‘44 quando subentrò, come nuovo Cappellano, il cappuccino Padre Ruggero.
A seguire è intervenuto il presidente della sezione piemontese e consigliere nazionale dell’Aned Raffaele “Ferruccio” Maruffi, cittadino onorario di Lanzo, che fu catturato nel marzo ‘44 a Bracchiello di Ceres, insieme al giovanissimo ceresino Michele Ricchione.
Entrambi militanti nella banda Monviso del Capitano dell’Areonautica “Girardi”, furono poi rinchiusi alle Nuove e deportati a Mauthausen, da cui il Ricchione non fece più ritorno, mentre “Ferruccio” sopravvisse e dedicò la sua vita a scrivere libri e a fare memoria di quell’esperienza.
Il Generale Franco Cravarezza, coordinatore della sezione piemontese di Assoarma, ha quindi ricordato i ventimila militari catturati dai tedeschi in Piemonte e deportati in Germania insieme agli altri 650.000 commilitoni che fecero “l’altra Resistenza”, opponendo un consapevole diniego all’arruolamento nell’Esercito di Salò o come ausiliari della Wehrmacht, cosa che avrebbe loro consentito il rimpatrio e condizioni di vita ben diverse da quelle disumane che dovettero invece sopportare per 18 mesi, pagando un tributo finale di 43.000 morti.
Nei locali del carcere è allestita una mostra iconografica sulla deportazione, che resterà aperta tutta la settimana. Maggiori notizie sul sito www.museolenuove.it.
Lanzo e Valli ricordano le vittime della deportazione