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Da telecamere e cellulari la svolta sul noir della “prof” uccisa
Cronaca nera
Alessandro Previati
20 Feb 2016
Rivara
Da telecamere e cellulari la svolta sul noir della “prof” uccisa

Indagini su telecamere e telefoni cellulari decisive. Da questi due elementi la svolta che ha permesso ai carabinieri del nucleo investigativo di Torino (con il fondamentale contributo dei colleghi di Castellamonte) di stringere le manette ai polsi di Gabriele Defilippi, 21 anni di Gassino, e Roberto Obert, 54 anni di Forno Canavese. Autori dell’omicidio della professoressa Gloria Rosboch, la donna di 49 anni scomparsa da Castellamonte il 13 gennaio e trovata morta ieri a Rivara, in una cisterna della vecchia discarica dismessa. «Hanno agito senza un briciolo di pietà» ha detto il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che ha coordinato le indagini. «Viene loro contestata la premeditazione perchè abbiamo numerosi elementi che vanno in quella direzione». Ovvero il 13 gennaio, Obert e Defilippi sapevano che avrebbero ucciso Gloria Rosboch.

TELECAMERE – La telecamera del Comune di Castellamonte appena posizionata sulla rotonda di fronte all’ospedale, filma nitidamente le due auto di Obert (una guidata dal Defilippi) mentre arrivano a Castellamonte. Defilippi contatta la Rosboch e la invita alle 14.45 a un incontro con un amico che le avrebbe restituito i 187 mila euro che l’ex allievo le aveva portato via, con un’abile truffa, un anno e mezzo prima. All’ora prestabilita Gloria sale in auto con Gabriele e l’amico. Le telecamere notano di nuovo l’auto, una Clio bianca, che si allontana. Gloria verrà uccisa probabilmente a bordo del mezzo.

CELLULARI – Una sim intestata a Obert, attivata pochi giorni prima dell’assassinio e disattivata qualche ora dopo l’occultamento del cadavere, viene registrata il 13 gennaio a Busano. In realtà quella sim è nelle disponibilità di Gabriele Defilippi. La sim verrà bruciata dopo l’omicidio. Verrà anche distrutto il telefono cellulare di Gloria. I suoi effetti personali, invece, secondo gli accertamenti dei carabinieri, sono stati sparsi per mezza Torino.

LA DISCARICA – I telefoni cellulari e la confessione di Obert hanno messo in risalto la premeditazione dell’omicidio: i due, qualche giorno prima del 13 gennaio, avevano effettuato un sopralluogo nella discarica chiusa della località Rossetti di Rivara. Stavano evidentemente progettando il piano criminale che, qualche ora dopo, li avrebbe portati ad uccidere la professoressa di Castellamonte.

L’OMICIDIO – Saranno gli esperti del Ris di Parma a stabilire se Gloria è stata uccisa a bordo della Renault Clio. I due omicidi l’hanno lavata accuratamente per togliere tutte le tracce. Defilippi e Obert si rimpallano l’esecuzione materiale dello strangolamento che ha condannato Gloria a una morte atroce quanto inutile. La donna sarebbe stata uccisa mentre si trovava seduta sul sedile anteriore lato passeggero. L’assassino l’ha avvolta dalle spalle con un cavo o una corda (su questro gli accertamenti sono ancora in corso). Lunedì è prevista l’autopsia sul corpo della povera professoressa all’ospedale di Cuorgnè. La eseguirà il dottor Testi.

LA MADRE – Per il momento la madre di Gabriele Defilippi, Caterina Abbattista, 49 anni, infermiera dell’ospedale di Ivrea, è in arresto per favoreggiamento. Resta da capire il suo ruolo. La mattina dell’omicidio ha accompagnato il figlio Gabriele a Rivarolo Canavese. Sapeva della truffa da 187 mila euro?

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