Un flashmob per supportare la famiglia di Oreste Giagnotto, il motociclista travolto ed ucciso da un camper guidato da una giovane
donna rom residente in strada Aeroporto il 12 maggio scorso. L’iniziativa, per la quale è stata bloccata l’arteria, è di Forza Nuova i cui militanti stanno scendendo in strada per chiedere la chiusura dei campi rom ed il ripristino della legalità. In questo momento dovrebbero essere oltre 200 le persone che hanno raccolto l’invito della forza politica di estrema destra e con il supporto del comitato cittadino “Torino ai Torinesi”, nei giorni scorsi si sono uniti alla protesta molte associazioni sia di Torino che di Borgaro. Oreste Giagnotto, un 58enne di Torino, stava tornando a casa in scooter per pranzo quando, in Strada Aeroporto, si trovò davanti ad un furgone che stava facendo un’inversione a «U». Per lui non ci fu nulla da fare. Giagnotto morì sul colpo. Laura Suleimanovic, rom 21enne del campo di Strada Aeroporto, fuggì al volante di quel mezzo che guidava senza patente. Si costituì un’ora dopo e venne arrestata. Per non dimenticare la morte di Oresta Giagnotto questa sera, martedì 6 giugno, Forza Nuova, con il supporto del comitato cittadino «Torino ai Torinesi», insieme alla famiglia di Oreste Giagnotto è scesa in strada, dando vita ad un flash mob tra via Paolo Veronese e Strada Aeroporto, per chiedere «la chiusura dei campi rom ed il ripristino della legalità». «Quello che vogliamo è giustizia per mio padre – dice la figlia Gemma al corteo insieme al fratello più piccolo Toni, alla mamma Graziella e ad altri parenti di Giagnotto -. Noi non vogliamo che passi come un incidente normale, ma è come se fosse stato un omicidio». L’incidente nel quale ha perso la vita Oreste Giagnotto è solo l’ultimo tassello di un mosaico di tensioni tra i rom e la gente che abita intorno al campo di via Germagnano. «Il problema del campo rom di Strada Aeroporto è molto sentito da tutti i cittadini – spiegano i rappresentanti di Forza Nuova, dietro lo striscione “Oreste è stato assassinato» – ormai il campo rom è un covo di criminalità e di sporcizia, la famiglia di Oreste ci ha chiesto aiuto per poter manifestare e chiedere giustizia per la sua morte».
Gianni Giacomino e Antonello Micali