Il “Decreto Salvini” mette in discussione la prosecuzione del centro Sprar
Preoccupazione nelle cooperative Dalla Stessa Parte e Stranaidea, gestori del progetto per il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali (C.I.S)
Il “Decreto Salvini” mette in discussione la prosecuzione del centro Sprar

Che fine faranno gli Sprar? Nei giorni successivi al “Decreto Salvini” (in vigore dal 5 ottobre), il progetto Sprar “Gr.Ab.” (“Gruppo Abitativo” a significare la scelta di un’accoglienza capillare, per favorire convivenza e integrazione) ha visto scendere drasticamente il numero dei beneficiari, non più rimpiazzati a fine percorso, giungendo ad avere fino a 15 “scoperture” fra Ciriè e Lanzo.

Preoccupazione nelle cooperative Dalla Stessa Parte e Stranaidea, gestori del progetto per il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali (C.I.S). «A seguito delle buonissime relazioni con Prefettura di Torino e Servizio Centrale, e grazie alla reputazione di professionalità e competenza specialistica rispetto alle accoglienze di famiglie con bambini e adolescenti – spiega Gianluca Bruna, progettista sociale per le due cooperative – ora sono in arrivo 2 nuclei familiari a Lanzo. Per la struttura di frazione Pich siamo stati contattati dal Servizio Centrale del Ministero degli Interni per una famiglia palestinese con gravi problemi sanitari, rifugiatasi prima in Egitto e poi in Libia, e giunta qui attraverso il programma ministeriale di reinsediamento, strumento di protezione internazionale destinato ai rifugiati fuggiti dal proprio Paese in un altro di primo asilo, e poi in un Paese terzo (per l’inadeguatezza del primo). Resterebbero liberi alcuni posti di accoglienza, che le cooperative pensano di dedicare a una delle “vocazioni” di Gr.Ab.: la cura di nuclei con minori. Il tutto in pieno accordo con C.I.S. e Città di Ciriè, che in questo tipo di accoglienza riconoscono un valore tipico della comunità territoriale».

Sabato 18, nell’ambito di “Puliamo il mondo”, i richiedenti asilo di Gr.Ab. hanno partecipato numerosi, con gli operatori, per mostrare alla cittadinanza impegno e cura per il territorio e la comunità locale che li accoglie. Una risposta concreta a chi vuole i richiedenti asilo come un mero problema e costo, e non come “nuovi cittadini” potenziali, portatori di gioventù ed energie preziose.

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