«Siamo sulla stessa barca», questo è il nome della manifestazione svolta quest’anno a Lampedusa in memoria del terribile naufragio avvenuto il 3 Ottobre del 2013, nel quale trovarono la morte 386 persone. Con il compagno di istituto Alberto Ricci, dell’I.I.S G. Dalmasso, accompagnati dalla “prof” Elena Roero, abbiamo partecipato all’evento di tre giorni che ha visto coinvolti 20 paesi da tutta l’Europa con lo scopo di sensibilizzare sul fenomeno della migrazione con attività informative e formative. Incontri, laboratori e workshop per temi di grande impatto, tra i quali “minori non accompagnati” di Save the Children.
Momento estremamente significativo quello dell’incontro con i sopravvissuti al naufragio del 2013: ascoltare le storie direttamente dalla voce di chi è riuscito ad evitare la morte, ci rende tutti più vicini, ci accomuna in una dimensione esistenziale ed umana più ecumenica e solidale. E poi ancora una marcia da piazza Castello verso la Porta D’Europa insieme, guidati dal sindaco di Lampedusa, per ritrovarci e fare fronte comune in difesa di un futuro di accoglienza e inclusione. E quella corona di fiori, gettata in mare a ricordarci quanto quel mare nostrum sia nostrum, di tutti e verso tutti è necessario alzare lo sguardo e tendere la mano.
Occorre essere Testimoni attivi di una mentalità nuova, figlia di un’Europa che non può chiudersi, che non può alzare confini e che deve accogliere i suoi fratelli. Accogliere, integrare, includere, risolvere, accompagnare, risollevare e donare… donare… donare, come la gente di Lampedusa ha imparato oramai a fare.
— Silvia Germini *