Nuova puntata della rubrica, tra storia e amarcord, che presenta, in questi mesi celebrativi dei 100 anni della nostra testata che culmineranno in una grande festa a giugno e in diverse iniziative editoriali e non, una corposa “selezione” delle prime pagine che hanno aperto il giornale in questo suo primo secolo di vita
Oggi la preoccupazione e la diffidenza di un parte della popolazione italiana nei confronti delle vaccinazioni è più che mai attuale. La bufera di questi giorni in particolare è stata scatenata da alcuni decessi sospetti dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, che hanno portato alla sua immediata e temporanea sospensione su tutto il territorio nazionale, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema.
Tuttavia, in tempi non sospetti, questi timori animavano già il cuore dei cittadini, infatti, giovedì 26 marzo 2016, il Risveglio dà la notizia della morte di una bimba di due mesi, morta nel sonno. La piccola viveva con la mamma, profuga nigeriana, al Cottolengo di Lemie, nella casa della Divina Provvidenza.
Il clamore suscitato dalla tragedia venne alimentato dal fatto che il primo sospettato della morte improvvisa della bambina fosse proprio il vaccino esavalente. Vennero sospesi tutti i lotti dei presunti vaccini responsabili e questi sostituiti, tuttavia, le vaccinazioni continuarono secondo i calendari programmati. A seguito dell’autopsia sul corpo della piccola il decesso fu attribuito alla cosiddetta “morte in culla”.
Era il 4 marzo 2019 quando Massimo Arminchiardi, musicista 56enne che suonò con gli Europe e i Pooh, si tolse la vita gettandosi dal ponte, sul torrente di Tesso, a Lanzo. Morirà di lì a poco dopo il trasporto in elisoccorso al Cto causa delle ferite riportate. Quel giorno perdemmo uno dei migliori musicisti della zona, ma anche un uomo che aveva aperto scuole di musica per ragazzi, di cui era insegnante e amico.
Molto ha fatto riflettere il suo estremo gesto dato dalla disperata lotta contro la depressione che lo affliggeva da anni. L’ultimo importante evento al quale aveva partecipato era stato nel 2003 accompagnando Alexia, vincitrice di Sanremo e che scriverà una toccante lettera dopo la sua morte sulla condizione dei lavoratori della musica, oggi resa ancora più drammatica dalla pendemia da Covid 19 che ha quasi azzerato l’offerta di concerti e quant’altro dal vivo, fatta eccezione per eventi come il festival di Sanremo.
Max, da grande chitarrista rock peraltro avrebbe apprezzato il trionfo quest’anno a Sanremo del genere che amava grazia ai Maneskin.