Su tutte le piattaforme digitali è disponibile da due settimane il terzo brano della nuova carriera solista di Max Ferrarini: “La Strada Gialla”, che fa seguito a “Treblinka”, uscito nel gennaio 2021 e dedicato alle vittime dei campi di sterminio, e a “Nessun Reso”, pubblicato a giugno. Ma cos’è la “Strada Gialla” del titolo? «È quella del viaggio di ognuno – spiega il musicista e interprete casellese, attivo dal 1995 – quella dei colori dell’alba, gli stessi che accendono il giorno e che lungo il cammino ci insegnano ad amare anche le sfumature del tramonto. Tutti muoviamo i primi passi sul medesimo sentiero per poi scegliere strade diverse, luminose e soleggiate ma anche ventose, grigie e tempestose, fino a ritrovarci sulla Strada Gialla, quella che prima o dopo ci riconduce ai luoghi del cuore e al respiro di un nuovo giorno».
Al singolo e al relativo videoclip, girato lo scorso aprile al Parco Unione Europea di Mappano e sui sentieri ciclopedonali che si spingono verso Settimo, Ferrarini ha dedicato molto tempo. E cura. «Il mio non è il classico progetto di lavorare a un album per poi pubblicarlo – puntualizza – ma io scrivo un pezzo alla volta, magari pubblicando in seguito una raccolta delle singole uscite. D’altra parte non ho scadenze e contratti da rispettare e le piattaforme digitali offrono ampie possibilità. Mi sto lasciando un po’ alle spalle il progetto Bit Babols, per cui scrivevo io i pezzi ma li arrangiavamo tutti insieme. Nell’immediato mi penso come un solista».
Ma chi lo conosce bene e lo segue sui social, compreso Youtube su cui i video degli ultimi singoli stanno macinando visualizzazioni («se proponi le tue cose in modo mirato catalizzi l’attenzione della gente interessata», sa che l’amore per la musica lo porta sempre in giro. Con il trio acustico “Let’s Beat” di tributo ai Beatles è in tour nei locali (gli ultimi toccati, il Caffè Neruda di Torino e la Locanda del Vecchio Larry Button di San Carlo) e non disdegna le ospitate in radio e in streaming.