Un professionista 45enne è finito nei guai perché è stato sorpreso dalla Polizia locale di Ciriè mentre era al volante di una Bmw con targa svizzera. Un suv che avrebbe dovuto utilizzare esclusivamente per il suo lavoro, come previsto dalle leggi doganali e non per viaggi personali. Invece lui – da come hanno ricostruito gli agenti coordinati dalla comandante Tiziana Randazzo – lo stava usando per effettuare un trasloco quando si è trovato davanti ad un posti di blocco.
Il risultato? Agli agenti non è rimasto che sequestrare la macchina e darla in consegna all’Agenzia delle dogane, come previsto in caso di trasgressione delle norme che regolano il lavoro transfrontaliero. Adesso per rientrarne in possesso il 45enne, che abita in un Comune del Ciriacese, dovrà versare l’importo del costo intero della vettura, ovvero circa 60mila euro, più 10mila euro di sanzione, come previsto dalla legge. Ovviamente l’uomo, che sarebbe dipendente di una multinazionale elvetica con diramazioni in Italia, non l’ha presa affatto bene quando è stato costretto a fermarsi al posto di blocco. Con gli investigatori si è giustificato dicendo che il suo era un trasporto in via straordinaria ma che lui, in realtà, la Bmw la utilizzava tutti i giorni per andare dal Ciriacese a Lugano e poi tornare. In tutto poco meno di 400 chilometri al giorno.
In questi giorni sono in corso delle ulteriori indagini per verificare se davvero la macchina fosse utilizzata dal professionista solo per degli spostamenti riconducibili all’azienda di cui fa parte.
L’operazione della polizia locale di Ciriè si inserisce in un più ampio ventaglio di controlli che, da due anni a questa parte, le forze dell’ordine stanno portando avanti per scovare e sanzionare chi guida dei veicoli immatricolatiall’estero per lavoro e poi utilizzati in Italia. Un problema che, di solito, riguarda chi è dipendente di grandi multinazionali e può usufruire del veicolo per gli spostamenti.
La nota ufficiale del Comando di Polizia
«Si precisa che la Polizia Locale di Cirié, guidata dalla Comandante Tiziana Randazzo, ha proceduto al sequestro di un’auto immatricolata in Svizzera a seguito dei controlli effettuati dagli agenti a metà maggio.Tali controlli hanno fatto emergere che l’auto in questione – di proprietà di una persona residente in Italia ma dipendente di un’azienda dislocata in Svizzera – è immatricolata in Svizzera e come tale e in base alle leggi doganali sul lavoro transfrontaliero può essere utilizzata solo per motivi lavorativi e non personali.A seguito di queste verifiche la Polizia Locale ha provveduto al dovuto sequestro dell’auto e alla consegna del veicolo all’Agenzia delle dogane e dei monopoli. È quindi l’Agenzia delle dogane a comminare la sanzione, mentre la Polizia Locale si è attenuta al mero sequestro dell’auto. Si precisa al tempo stesso che per poter utilizzare l’auto per scopi personali, le norme prevedono l’adempimento dell’iter di importazione della vettura, che prevede il pagamento della relativa tassa».