Si è spento nella notte di sabato 13 aprile, all’età di 85 anni, Giovanni Battista Judica Cordiglia. Insieme al fratello Achille, morto a Ciriè nel gennaio del 2015, è passato alla storia per aver captato le voci degli astronauti sovietici e americani impegnati nelle missioni spaziali. Erano gli anni Cinquanta e Sessanta, quando Usa e Urss si sfidavano nella corsa per arrivare sulla Luna. Originari di Erba, nel Comasco, i due fratelli si trasferirono giovanissimi a Torino dove si appassionarono di radiotrasmissioni e telecomunicazioni. A Torino, in un appartamento di via Accademia Albertina, iniziarono a costruire una prima stazione per captare i segnali in arrivo dallo spazio, poi trasferirono l’attrezzatura a Torre Bert, sulla collina del capoluogo subalpino, per poi spostarla alla Bertalazona, a San Maurizio Canavese. Una passione che li accompagnò fino agli anni Settanta, Durante le ricerche tra gli anni 1960-61 intercettarono la voce di aiuto da parte di astronauti russi e dell’astronauta statunitense John Glenn, nel 1962 il primo statunitense impegnato con la Nasa in una missione orbitale attorno alla Terra. Giovanni Battista Judica Cordiglia è noto anche per avere fotografato la Sindone di Torino, uno dei pochi ad aver visto da vicino il Sacro Lino.
Fu uno dei pochi a fotografare la Sindone
Addio a Giovanni Battista Judica Cordiglia, con il fratello Achille negli anni ’60 ascoltò le voci degli astronauti
Una delle stazioni di ricerca create dai fratelli era a San Maurizio