Dovevano ridurre la frana e ripristinare la sicurezza dei luoghi i cantieri sequestrati a Chialamberto
L'incarico ottenuto all'indomani del pericoloso evento occorso il 21 aprile scorso
Dovevano ridurre la frana e ripristinare la sicurezza dei luoghi i cantieri sequestrati a Chialamberto
Nelle operazioni era previsto anche l'utilizzo (autorizzato) di esplosivo da cava.

In attesa che la macchina giudiziaria faccia il suo corso, rispondiamo in merito alle diverse domande che i lettori ci stanno ponedo da quando, ieri, abbiamo dato la notizia del sequestro dei due cantieri attivi a Chialamberto per – come dichiarato dall’autorità giudiziaria – «gravi irregolalità»: si tratta nello specifico di quelli aperti  dopo l’emergenza della frana di notevoli dimensioni che si era staccata nel primo pomeriggio di domenica 21 aprile in località Breno, nel Comune di Chialamberto, in Val Grande di Lanzo. Dunque le aziende interessate dagli accertamenti di carabinieri e Spresal sono quelle che erano state incaricate dall’Amministrazione per ridurre la massa di pietre incombenti e ripristinare i luoghi coinvolti, mettendoli in sicurezza. Operazioni per cui era previsto tra l’altro anche l’utilizzo (autorizzato) di esplosivo da cava. E all’indomani del fenomeno, i tecnici della Regione effettuarono dei sopralluoghi per monitorare la stabilità del versante.

«L’obiettivo è quello di capire la tenuta idrogeologica del versante e metterlo poi in sicurezza per non avere in futuro delle altre sorprese – aveva spiegato il sindaco Castellini – Intanto, il primo lavoro da fare, è quello di rimuovere i metri cubi di detriti che sono arrivati fino dentro alla Stura per ripristinare al più presto lo stato dei luoghi e renderli di nuovo accessibili».

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