Rapinatori a “mano armata” arrestati dopo un anno di complicate indagini
Tre uomini di età compresa fra i quaranta e i cinquantacinque anni, tutti residenti nella Prima Cintura torinese
Rapinatori a “mano armata” arrestati dopo un anno di complicate indagini
In uno dei casi ricostruito dagli investigatori viene contestato anche il sequestro di persona

Banda di rapinatori  “incastrata” dagli investigatori dell’Arma dopo quasi un anno di indagini scandite da accertamenti tecnici e acquisizione di varie immagini delle telecamere di sorveglianza pubblica grazie ai quali i militari hanno irscostruito ile frequentazioni e i movimenti dei presunti malfattori. Per questo l’altro giorno i  carabinieri della Compagnia di Chieri – Nucleo Operativo e Radiomobile – hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino nei confronti di tre uomini di età compresa fra i quaranta e i cinquantacinque anni, tutti residenti nella Prima Cintura torinese e vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. I tre presunti rapinatori sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di rapina aggravata in concorso, tentata rapina e sequestro di persona. Individuato anche un quarto elemento del gruppo, che sarebeb stato utilizzato dallo stesso come autista dell’automezzo utilizzato durante i “colpi”, ma al momento per lui non sono stati rilevati sufficienti indizi da giustificarne l’adozione di misura restrittiva.

Nello specifico, a due dei tre rapinatori è stata contestata la rapina a mano armata effettuata all’ufficio postale di Villastellone (TO) nell’agosto scorso, durante la quale la direttrice venne immobilizzata con fascette di plastica ad una sedia per favorire la fuga dei malviventi; questi, nell’occasione, si impossessarono di una cifra superiore a 40.000 euro.

Un mese e mezzo più tardi, la stessa coppia di malviventi, coadiuvata da un terzo complice (anch’egli raggiunto dalla misura restrittiva) tentò nuovamente un assalto allo stesso istituto postale ma fu costretta a ripiegare a mani vuote, non riuscendo ad entrare all’interno degli uffici. In quel caso i carabinieri intervenuti sul posto riuscirono a recuperare armi da taglio, fascette in plastica per legare i possibili ostaggi, mascherine e occhiali per camuffarsi ed un finto dispositivo esplosivo per minacciare i dipendenti dell’istituto postale.

Attualmente, i tre si trovano ristretti presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino.

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