La siccità, la solita negligenza di chi non fa attenzione a dove getta i mozziconi e, forse peggio, anche comportamenti meramente dolosi sarebbero all’origine del grosso incendio divampato martedì intorno alle 15 nell’area della Riserva Naturale delle Vaude, nel tratto compreso tra San Carlo e Front.
I pompieri hanno dovuto lavorare per cinque ore per avere ragione delle fiamme, utilizzando due elicotteri del nucleo elicotteristi del 115 di Torino e diverse squadre, tra cui due di volontari giunti dal distaccamento di San Maurizio.
Il rogo, alimentato dal vento caldo che martedì batteva la zona (per fortuna non fortissimo) è arrivato ad avere un fronte di 500 metri per altrettanti di lunghezza. «Siamo subito ricorsi ai velivoli – spiega il comandante degli elicotteristi Andrea Pallassini – per circoscrivere il rogo ed evitare che si espandesse ulteriormente, causando un vero disastro ecologico, vista l’importanza naturalistica dell’area».
Allarmi di piccoli incendi nell’area, sui cui c’era già il sospetto del dolo, erano giunti al 115 già il giorno prima, lunedì 9. La celere segnalazione ha permesso anche in quell’occasione ai Vigili del fuoco di bloccare il fuoco che iniziava a interessare il sottobosco, impedendo che andasse fuori controllo. Rimane l’amarezza, oltreché per la boscaglia andata in fumo, per le stesse risorse pubbliche che è stato necessario spendere per un intervento come quello di martedì.
Un pomeriggio di lotta contro le fiamme