Partecipate e consorzi, croce e delizia. Da tempo si parla, soprattutto per i secondi, di una possibile abolizione. Ma, ad oggi, all’orizzonte non c’è ancora nulla di concreto.
Al centro della discussione ci sono soprattutto quelle realtà che si occupano di rifiuti e di servizi socio-assistenziali. Il Cisa sarebbe dovuto scomparire alla fine del 2011, mentre il Cis dovrebbe terminare il proprio compito nel 2014, alla scadenza del mandato naturale del consiglio di amministrazione. Intanto nei giorni scorsi la Giunta regionale ha presentato un disegno di legge proposto dall’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, che dovrà passare ora all’esame del Consiglio. Il documento individua nelle aziende sanitarie il soggetto incaricato della gestione dei servizi sociali, sanitari e socio-sanitari, superando così il problema rilevato in molti territori dell’erogazione delle prestazioni da parte di due enti diversi come le Asl ed i soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali, e potenzia la funzione di programmazione e controllo del comitato dei sindaci di distretto.
Quest’ultima soluzione permetterà ai Comuni di esercitare in modo più soddisfacente la funzione di governo delle politiche sociali e di offrire ai cittadini risposte unitarie ai loro bisogni socio-sanitari. Funzione che i Comuni di Ciriè, Mathi, Nole, Robassomero, San Carlo, San Francesco e San Maurizio hanno deciso di trasferire, alla fine dello scorso anno, alla nuova Unione.
«Le partecipate e i consorzi andrebbero rivisti e magari semplificati – afferma Guido Bili, consigliere comunale di “Più Ciriè” – al momento sembrerebbero più delle realtà nate per creare dei consigli di amministrazione e qualche posto di sottogoverno in più. Servirebbe un grosso sforzo e una riflessione a tutto tondo per provare a ridurre i costi e allo stesso tempo cercare di garantire gli stessi servizi ai cittadini, magari studiando delle nuove soluzioni». Non è dello stesso avviso il sindaco Francesco Brizio, che è anche presidente di Gtt, partecipata del Comune di Torino. «Prima di cancellare tutto, andrebbe trovata prima un’alternativa – ribatte – non si può pensare di passare tutte le competenze ai Comuni quando oggi mancano le risorse, soprattutto agli Enti locali. Occorre una soluzione condivisa».
Consorzi e partecipate, quale futuro? – Politici divisi di fronte ai nuovi scenari