L’arte, quella vera, è fatta di piccoli passi. Piccoli passi verso la consapevolezza dei propri mezzi, verso il perfezionamento della propria tecnica, verso la continua scoperta di sè stessi e di quello che si vuole esprimere. Ma è fatta anche di piccoli passi che vanno nella direzione del riuscire ad aprire al grande pubblico il proprio mondo interiore, che ognuno esprime con i mezzi che gli sono più congeniali. Tanti piccolo passi di un percorso che accompagna l’artista per tutto il percorso della sua vita.
Riccardo Dapino, borgarese, poco meno che trentenne, in quel percorso di passi ne ha già fatti parecchi. Un volto conosciuto per la città, quello di Riccardo. Un ragazzo dai tanti interessi, che si impegna in molti settori della vita cittadina: «Anche se l’arte rimane la mia passione più grande. Il modo che ho per esprimermi davvero», spiega.
Dopo l’Accademia, Dapino inizia a fare le sue prime collettive: «Esposizioni che hanno unito alcuni ex colleghi dell’Accademia – aggiunge – Ognuno ha preso strade diverse, ma tutti siamo accomunati dalla stessa passione per la pittura. E grazie all’interessamento di un nostro ex insegnante, abbiamo avuto modo di prendere parte alle prime esposizioni». Le opere di Dapino, un po’ per volta, vengono notate. Le nota in particolar modo un gallerista di Roma, proprietario di un piccolo spazio espositivo dalle parti di piazza di Spagna. E così le sue tele iniziano a farsi conoscere anche nella capitale. Non solo. Le nota anche un gallerista di Torino, che ospita alcuni dei suoi quadri (e altri ne esporrà in futuro) nella galleria “Square 23” di via San Massimo. Non un traguardo, comunque, (anche se le sue quotazioni hanno iniziato a salire) ma un buon punto di partenza perché, come si diceva, quello dell’arte è un percorso che non finisce mai, che va sempre avanti. «Del resto la pittura è anche questo: una continua scoperta, una continua ricerca di cose da dire e di modi per dirle – aggiunge – È una grande passione ma anche una grande fatica. Non solo per quanto riguarda l’atto in sè, ma anche per il tempo che si passa nel cercare il modo di rendere del dettaglio le emozioni. Ma la soddisfazione di poter creare qualcosa con le proprie mani e con le propria capacità ripaga di qualunque sforzo».
Da Borgaro a Torino. Passando per le gallerie della capitale