«Vogliamo incontrare, il prima possibile, l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto, per chiedere una proroga della cassa integrazione in deroga e per vedere se esiste ancora un margine di speranza per salvare il polo cartario».
Con questo intento si è chiuso l’incontro, nella mattinata di lunedì 23 gennaio, che si è tenuto nel municipio di Germagnano. Al faccia a faccia hanno partecipato gli amministratori della Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, insieme ad alcuni sindaci del territorio, alle segreterie sindacali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e le Rsa della cartiera. Come si legge nel documento firmato da tutti: «Richiedono un urgentissimo incontro con le istituzioni della Regione Piemonte e gli assessorati competenti, in merito alla difficile situazione occupazionale del territorio, con particolare riferimento alla drammatica situazione della Cartiera di Germagnano».
«Vorremmo almeno che gli operai potessero usufruire ancora di quattro o sei mesi di cassa in deroga, nonostante, dal 1° gennaio, sia partita la mobilità – spiega ancora Airola. In pratica esiste una legge che permette ancora di fare la domanda di cassa in deroga, un mese dopo che è partita la mobilità. «Questo ce lo ha anche assicurato l’assessore provinciale al Lavoro Ida Vana nell’incontro che abbiamo avuto con lei – spiega l’assessore al Lavoro del Comune di Lanzo, Sergio Geninatti Togli – Ma bisogna fare molto in fretta, tutto deve essere pronto entro martedì prossimo». Proprio in queste ore l’assessore Porchietto sta cercando di organizzare la tavola rotonda. La parte fondamentale di tutto questo impegno, sarebbe quella di convincere, il giudice del Tribunale di Lodi, a concedere ancora gli ammortizzatori sociali. I politici valligiani, però, vorrebbero anche sapere se è possibile attingere ai circa 225 milioni di euro che la Regione dovrebbe stanziare per rilanciare il mondo occupazionale e le imprese del Piemonte. «Il nostro obiettivo è quello di far rientrare la manovra sotto un capitolo tipo “intervento straordinario per le Valli di Lanzo” – prosegue Airola – forse potremmo avere della chances». Con un sostegno economico, magari, qualche imprenditore del settore cartario potrebbe decidere di scommettere sullo stabilimento di Germagnano, dove hanno lavorato, fino a poco tempo fa, circa 120 addetti. Ma la strada resta lunga e complicata. Anche quella della costruzione di una centrale a biomasse è solo un’ipotesi sulla quale si sta lavorando per capire le vere intenzioni di un gruppo di imprenditori lombardi. C’è poi la possibilità per i dipendenti di associarsi e formare una cooperativa. «Certo si potrebbero richiedere tre anni di mobilità anticipata per questa avventura – continua ancora Geninatti Togli – ma, oggi come oggi, dovrebbero mettersi insieme una quarantina, cinquantina di lavoratori, rischiare parecchio soldi con quali certezze? Se va male uno perde tutto e questi non sono certo tempi dove si può ragionare in questo modo così spregiudicato». «Purtroppo abbiamo fatto il possibile per salvare la cartiera o, almeno, per rendere appetibile quel sito – ammette Claudia Porchietto – adesso ci adopereremo ancora per l’ultimo sforzo. Vedo se sarà possibile fare intervenire il ministero, cercherò di sondare se ci sono investitori veneti, lombardi o toscani pronti a sedersi intorno ad un tavolo per iniziare a valutare la situazione. Comunque la vedo davvero buia perché la crisi non risparmia nessuno».
Proseguono i tentativi per salvare la cartiera «Chiediamo la cassa in deroga per i lavoratori»