Tempo. Non avere tempo. Per noi, per gli altri, tanto meno per Dio. Quarantatré giovani hanno scoperto che si può avere tempo se lo si vuole. Se si decide, fra le mille tentazioni e le frenesie quotidiane, cosa ha davvero valore. E come si può essere o diventare persone di talento, partendo dai “doni” speciali che ognuno si porta dentro, in una carta d’identità impressa nel proprio dna.
Questa in estrema sintesi la Settimana Comunitaria, quarta edizione di un’iniziativa di convivenza all’insegna del Vangelo per 43 ragazzi delle 9 parrocchie dell’unità ciriacese. Sabato sera, in un teatro Magnetti gremito i giovani hanno raccontato cosa ha comportato il vivere a stretto contatto, tra lodi, scherzi, riflessioni e “pane e nutella”. Il tutto nell’oratorio sancarlese, accompagnati dai pasti preparati da tre mamme-volontarie, senza interrompere impegni scolastici – la maggior parte dei ragazzi frequenta gli ultimi anni di superiori o i primi di università – o lavorativi. A guidarli spiritualmente il viceparroco di Ciriè don Franco Gonella e padre Michele Marongiu, vice a San Francesco. Nove, con i due religiosi, gli educatori che hanno coordinato. “Tanto talenti in tanti” lo slogan filo conduttore di serate e riflessioni. Tema che da giovedì si è coniugato con la presenza di Paolo Fregonese, cantautore diplomato alla Hope Music School, compositore di pezzi pop e autore di Christian music. Dai giovani radunati a San Carlo Fregonese – sabato sera sul palco con la moglie Chiara – è arrivato carico della sua esperienza musicale fortemente correlata alla vita, cercando di comunicare il legame fra il suo talento artistico e una vocazione coltivata al ritmo del Vangelo. Sabato appuntamento finale, aperto a tutti e in particolare alle famiglie dei ragazzi.
Qualche impressione a caldo. Soddisfatta Sara, 17 anni, ciriacese, alla sua seconda Settimana Comunitaria: «L’anno scorso – afferma – mi sono trovata bene e ho deciso di ripetere l’esperienza». Alla quarta “settimana” Yaiza e Noemi di San Maurizio: «È un’occasione per fare comunità con persone nuove ed è un modo per guardarsi dentro, cosa che è senz’altro meglio fare circondati dagli altri che da soli».
Concluso “Tanto talento in tanti”