«La stagione passata si può considerare nella normalità dal punto di vista produttivo. Qualche comparto ha registrato una ripresa a livello dei prezzi, ad esempio cereali e latte, quest’ultimo grazie soprattutto all’accordo sul prezzo indicizzato stipulato in Regione con le industrie casearie. Per la carne e la frutta, invece, l’annata è stata molto dura, con prezzi che hanno stentato a coprire i costi di produzione».
È la stima di Lodovico Actis Perinetto, presidente della Cia torinese (Confederazione italiana agricoltori), che rileva anche il contribuito negativo delle grandinate, soprattutto sui vigneti, e della crisi della Latteria Valle Sacra nella zona montana, «con il rischio di perdere un patrimonio storico e produttivo».
Nota positiva, invece, per «la novità sperimentale sul mais: si è cominciato a raccogliere, oltre alla granella, anche i tutoli per destinarli a fini energetici».
Così pure l’opinione di Paolo Odetti, vicepresidente provinciale di Coldiretti, è abbastanza positiva relativamente al bilancio 2011, «che per tradizione si chiude a San Martino», e definisce un toccasana la nevicata di questi giorni: «La siccità protrattasi fin dallo scorso autunno aveva messo in pericolo le colture vernine, grano e orzo, e creato preoccupazione per la situazione che si sarebbe presentata in primavera nei bacini idrici». E sebbene, secondo Odetti, nel mondo dell’agricoltura il “può capitare” sia ad ampio spettro e comprenda anche i problemi del gelo, il vicepresidente guarda con preoccupazione alle conseguenze delle temperature eccezionalmente rigide, «che stanno provocando danni alle strutture produttive, in particolare a quelle degli allevatori. Le condotte gelate, infatti, creano gravi problemi per l’abbeveraggio degli animali. Ma ci sono ripercussioni economiche anche nel settore orticolo e vivaistico per il riscaldamento delle serre».
Dalla siccità al gelo siberiano: le minacce alla nuova stagione produttiva