“Chios chiama, l’Albert risponde”. Così quattro ragazzi dell’Istituto di istruzione lanzese – Alessandro Tosco, Martina Verlucca, Kristel Bena, Matteo Bianchi – insieme alle insegnanti Marina Masi e Clelia Di Mauro, hanno partecipato alla prima tappa del Progetto di scambio “Comenius”, a cui hanno preso parte anche colleghi belgi, polacchi, greci e portoghesi. Prima tappa Atene, poi Chios, a venti minuti di battello dalla costa turca, dove erano attesi dai ragazzi del secondo anno di Ginnasio della città di Chios, che hanno ospitato nelle loro case i ragazzi partecipanti al progetto “We are what we eat”. «La maggiore differenza l’abbiamo riscontrata nei pasti, in quanto il sistema greco prevede una colazione molto abbondante e spuntini durante tutta la giornata, ma non la cena – hanno commentato entusiasti dell’esperienza vissuta i giovani lanzesi. Abbiamo presentato le tradizioni gastronomiche del nostro paese e le influenze che religione, avvenimenti storici e condizioni economiche hanno avuto su di esse, partecipando poi anche ad una conferenza stampa per giornali e televisioni locali. Tutto in inglese – sottolineano soddisfatti dall’Albert. Il progetto prevedeva anche una giornata in cui dovevamo destreggiarci in cucina a preparare delle ricette greche; il nostro gruppo ci è risuscito perfettamente, grazie anche alle varie prove fatte a Lanzo, supervisionati e consigliati, dal professor Massaglia». Tutti contenti e soddisfatti dunque: «Il viaggio ci è servito anche per conoscere le abitudini di altri popoli e capire cosa significhi adeguarsi ad esse».
«Gli interventi durante una conferenza stampa, le visite guidate alle bellezze dell’isola, ai musei e alla scoperta dei prodotti tipici, nonché il “vivere” in una famiglia greca e seguire qualche lezione, a scuola, con i “fratelli adottivi”, hanno aiutato gli ospiti ad imparare qualcosa di più su questo popolo che ha ospitato gli albori della civiltà nel nostro continente», dicono invece i docenti. È poi arrivato il giorno della distribuzione degli attestati di partecipazione, lo scambio di indirizzi e-mail e del coinvolgimento nei balli tradizionali greci ma, tornando a casa, tutti i ragazzi hanno portato con se la riconoscenza per le famiglie che li hanno ospitati Nel corso della cerimonia di commiato, un messaggio fondamentale dal sindaco di Kios, il quale – aggiungono le insegnanti – «dopo aver detto che suo nonno durante la guerra potrebbe aver combattuto contro quello di uno dei ragazzi italiani, ha aggiunto che l’unico modo per evitare le guerre, in futuro, è imparare a conoscere gli altri, proprio come tutti i ragazzi presenti in quel momento nell’auditorium avevano fatto in quella settimana».
La prima tappa di “Comenius” sbarca a Chios