PiAN DELLA MUSSA — Tre avvenimenti fondamentali, tre date importanti che insieme mettono in risalto un unico luogo: il Pian della Mussa. Ma proprio lì dove la strada sembra finire, dove i prati lasciano spazio alle montagne, inizia la storia.
Una storia fatta di sperimentazioni scientifiche, di opere in grado di cambiare la vita delle persone, di attimi di intensa poesia. Così sabato 9 giugno verrà ricordato con una targa la figura dell’ingegnere Aurelio Robotti e la sua sperimentazione del combustibile liquido per i voli spaziali avvenuta nel 1952, i 90 anni dell’acquedotto Pian della Mussa e la composizione della “Montanara” nel 1927.
Tre eventi ai quali i Lions Club, la Smat in collaborazione con la Comunità montana, il Comune di Balme e il Cai hanno voluto dedicare un importante momento di condivisione. «Il Lions Club Ciriè D’Oria e Valli di Lanzo – spiegano i soci – opera da 40 anni nel comprensorio valligano e ciriacese ed intende promuovere la salvaguardia del patrimonio artistico e promuovere iniziative di carattere culturale e di tutela dell’ambiente. In tale ottica si colloca l’iniziativa del Pian della Mussa. La targa commemorativa per Aurelio Robotti vuol essere un modo per ricordare un pioniere della missilistica, che ha effettuato i suoi esperimenti in alta valle: poco conosciuti dai più, ma molto noto ad Achille Judica Cordiglia, famoso radioamatore e attualmente socio del Lions Club Criè D’Oria». Una fune a doppio filo lega la sperimentazione del professore con le dinamiche della Smat. Il Pian della Mussa è infatti protagonista della storia spaziale: dopo essere stato base di lancio il 9 maggio del ‘52 del razzo AR-3 progettato da Robotti, oggi rifornisce l’acqua per gli astronauti della Stazione Spaziale internazionale. Proprio l’acquedotto gioca un ruolo fondamentale nella storia del Comune valligiano. «I lavori per questo Impianto, -spiegano dalla Smat – iniziati solo nel 1914, dovettero subire una forzata interruzione, a causa della guerra mondiale, che doveva protrarsi sino al 1921. Inoltre per rendere fruibile l’impianto occorreva innanzitutto provvedere all’approntamento di un collegamento stradale che facilitasse l’accesso a quelle altitudini in qualunque stagione dell’anno
Occorre dire che il progetto dell’Impianto del Pian della Mussa fu un progetto estremamente coraggioso e lungimirante, se si pensa che tale Impianto, dopo 90 anni è tuttora in perfetta efficienza: non si esitò ad affrontare grandi difficoltà e ad investire una somma di denaro valutabile a prezzi odierni in oltre 100 milioni di euro per garantire qualità e sicurezza all’approvvigionamento idrico di una grande città. Nel 1922 è stata costruita la condotta che dal Pian della Mussa porta l’acqua all’impianto di Venaria». Nel 2008 poi l’inaugurazione dell’impianto idroelettrico. «La realizzazione della centrale idroelettrica – continuano dalla Società metropolitana acque Torino – ha come finalità lo sfruttamento di un salto di 250 metri di colonna d’acqua per la produzione di energia elettrica. La nuova centrale garantisce una produzione di 7.600.000 kWh l’anno, pari al consumo medio annuale di oltre 2.000 famiglie, di cui il 5% è impiegata per l’alimentazione dei nuovi 5 pozzi di prelievo da falda profonda al Pian della Mussa ed il restante 95% viene immessa in rete. Dalla sua inaugurazione sono stati prodotti oltre 21 milioni di kWh». Numeri importanti che fanno ben comprendere le potenzialità di un territorio che va rivalutato e protetto nello stesso tempo. Un luogo “fra boschi e valli d’or… dai rivi d’argento” che ha ispirato grandi e progetti e un canto, quello della Montanara di Toni Ortelli, considerato a ragione l’inno della montagna.
60 anni fa il lancio del primo razzo da Pian della Mussa