Qualcosa accadrà, e sarà incredibile. Così recita il motto di Arff 2012. Qualcosa è già accaduto, ed è stato incredibile. Musica, teatro, documentari, libri, radio, giocoleria: un inno alla cultura che dà un vero e proprio schiaffo alla crisi, a quella dei valori almeno.
Alpette conta 271 abitanti effettivi. Penso proprio a loro, che abituati a quel tipo di tranquillità che impera oltre i 900 d’altitudine, nei giorni del festival sono stati catapultati in una sorta di paese dei balocchi. Alpette non ha un servizio bancomat, ma ha un planetario. Non ha la ferrovia, ma ha un’area camping che si affaccia sulle montagne. Ad Alpette sabato pioveva a più non posso, ma la gente giocava sotto l’acquazzone, seguiva gli eventi, continuava imperterrita nelle sue attività, perché quando c’è aria di festival il resto non conta (a rigor di cronaca non tutti bivaccavano: alcuni valorosi, con le braccia nel fango, si sono dati all’ingegneria per salvare le tende in pericolo nel boschetto con canali e dighe).
Tra uno show e un’intervista, uno spuntino e un momento relax sotto le stelle del planetario a suon di musica, le nuvole hanno abbandonato il campo, regalando a tutti una serata di concerti all’aria aperta: hanno cominciato i Farmer Sea, che ad Arff avevano già suonato nel 2005; poi i Ronny Taylor, strumentali, giovani, torinesi e avvolgenti. Nonostante ci fosse grande attesa per Brunori Sas, premio Tenco 2010, il pubblico è andato in brodo di giuggiole per i Movie Star Junkies, forse i migliori animali da palco scenico dell’intera edizione: rotolamenti sul pavimento e stage diving a ripetizione hanno dato un bel da fare non soltanto al pubblico, che è entrato nel loro mondo visionario senza vergogna, ma pure ai tecnici, sempre in prima linea tra aste che volavano e tastiere per terra (avete presente quando si dice “spacca tutto”). La vera festa è cominciata dopo il dj set di Sugho!, nelle aree camping e in strada, ed è finita solo all’alba. Domenica pomeriggio gli ultimi eventi del festival, tra cui il live di Francesco Stabile, hanno fatto invece da colonna sonora ad una manica di campeggianti in partenza. Sulle facce di tutti un unico fumetto: domani è lunedì.
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