È stata interrotta mercoledì l’agitazione dei lavoratori della Ims, azienda metalmeccanica che negli stabilimenti di Druento e Sparone impiega quasi trecento lavoratori.
Scesi in sciopero giovedì 4 per chiedere certezze circa il loro futuro. E prospettive, visto il pesante passivo ma anche nonostante il molto lavoro in arrivo da due anni a questa parte da Maserati.
«Qualcosa si è mosso in questi giorni – spiega il delegato di fabbrica Cisl Enzo Ientile – a fronte dell’assordante silenzio che ha invece caratterizzato le settimane precedenti. Ora sappiamo che ci sarebbe un’azienda interessata all’acquisto (la Tiberina, indotto Iveco, ndr) e che a riguardo ci sarà un consiglio di amministrazione già lunedì 15, cui seguirà, il giorno dopo, quello con i sindacati: abbiamo chiesto di avere a quella data, nel caso fosse confermato l’interesse, un piano industriale e certezze su livelli occupazionali e sul fatto che non vi saranno politiche di delocalizzazione».
Ims, fondata nel 1973 dai fratelli Ceresa ed ora in capo al Gruppo di Girolamo Pepe, attraversa un lungo momento di crisi: i lavoratori, che da sei anni convivono con situazioni d’incertezza, tra cassa integrazione e contratti di solidarietà, temono il fallimento, a causa di un debito (si parla di 20 milioni) che invece di rientrare ha continuato a crescere. Nonostante un ultimo biennio molto positivo.
Ims: ore decisive per il futuro di 300 lavoratori