Chi si ricorda l’era Bossi anche alle nostre latitudini, ricorderà sicuramente che le volte che il “senatur”, a metà anni ”90, visitava il nostro territorio, radunava migliaia di attivisti e simpatizzanti: erano quelli gli anni in cui persino l’Amministrazione ciriacese era targata Carroccio (tra l’altro sparito a Ciriè); erano altri tempi, si dirà, tant’è.
Oggi, per radunare un centinaio (scarso, a momenti erano di più i giornalisti e gli agenti di polizia) di persone, il segretario leghista Matteo Salvini deve ricorrere nuovamente al cavallo di battaglia della legge Fornero da brandire sotto quella che è poi solo l’ex casa dell’ex ministra, a San Carlo; mentre la stessa se ne stava, tra l’altro, a lavorare a Parigi.
L’appuntamento era alle 12,30, in piazza Cantù. Questa mattina Salvini, appena tornato da Israele, da Milano è subito partito alla volta del Canavese e si è presentato col quarto d’ora accademico di ritardo e l’altrettanto sobria felpa blu con la scritta “Stop Fornero”.
Sul piano delle novità, le decine di cronisti presenti e le più importanti troupe televisive del Paese, forse, avrebbero potuto restarsene a casa: nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, sotto la pioggia che regge un po’ l’alibi della scarsa partecipazione, il mantra, su una questione evidente e trasversale come è quella del pasticciaccio brutto della legge Fornero è sempre il solito: “Tenere le persone al lavoro fino a 67 anni è un crimine. Il dramma degli esodati… E’ una legge infame, deve essere cancellata etc…”.
Poi, siccome, come ricorderà lo stesso Salvini ad un collega che gli chiedeva della presa in giro web mediatica sul suo presenzialismo fotografico sui luoghi degli attentati di Bruxelles, anche lui è stato un giornalista, la frase che spiazza e che rivela la sue indubbie capacità di comunicatore, tra il “vip de noantri” che sa stare allo scherzo e l’alfiere duro e puro quando si conviene: “Ho visto l’ironia sul web e so anche ridere delle cose simpatiche e davvero ironiche. Alla Fornero invece dico che porto un mazzo di margherite e sono pronto a prendere il the con lei, ma deve chiedere scusa: sbagliare è umano, scusarsi è da intelligenti. Si chiamava legge Fornero, ma attenzione, ora è la legge Renzi-Fornero, perché quest’ultimo non ha rimediato”.
Infine, solo un paio di domande sull’ultima bufera che sta investendo il Governo a causa degli “affaires” dei ministri Guidi e Boschi e poi selfie e sorrisi per, e con tutti: “Chiedo al ministro Boschi che parla al telefono con tutti e di tutto, che ci metta una buona parola. Fra un’audizione gay e un’altra, se questa settimana volessero trovare il tempo di occuparsi di questa legge, i voti della Lega li hanno. La Fornero ha fregato tutti, compresi i gay: ce ne sono anche tra gli esodati. Se cambia la legge torniamo qui, ma stavolta per fare una festa: persino con Elsa, con un mazzo di margherite e the caldo per tutti. E ora mandiamo tutti un bacione in direzione di casa Fornero: noi siamo una piazza di gente tranquilla”.
Piccolo “bestiario” a margine dell’happening: le signore che (peraltro giurerei non fossero elettrici leghiste) sgomitavano per fare il selfie con “Matteooo!!” e che subito dopo si chiedevano chissà su quale giornale, ma anche profilo social, avrebbero potuto rivedersi;
il sedicente vicino di casa di Elsa che si fotografa, si bacia e si congratula col segretario del Carroccio, salvo poi aggiungere che la professoressa Fornero è una persona eccezionale di cui tutto il paese è fiero ed orgoglioso;
la mancata possibilità, per motivi organizzativi, che il Coro Moru, la magnifica corale composta da profughi e immigrati nata nelle Valli di Lanzo si presentasse a cantare, riaccendendo l’altro mantra caro a Salvini e per fortuna (per ora almeno) molto meno trasversale.