Paradossi della informatizzazione che si vorrebbe crescente delle pubbliche amministrazioni: per esperire la pratica di domanda per l’assegno ai neonati, i Comuni sono convenzionati con dei caf, che hanno un programma ad hoc per completare la procedura. Ma se questo è superato e quello nuovo non arriva, ecco che il tutto, invece di risolversi in fretta e (digitalmente), può diventare un piccolo “calvario”, superato in questo caso solo con la determinazione dell’utente e dalla collaborazione “straordinaria” del funzionario comunale. Così, capita a volte che in barba alle rigidità più o meno assurde, o impreviste, della burocrazia, a mettervi mano per risolverle sia lo stesso tanto spesso vituperato impiegato pubblico.
Il caso è quello di una coppia di giovani coniugi di Corio, 4 figli, l’ultima nata il 2 gennaio; famigliola che ha dovuto fare il diavolo a quattro per essere sicura di ottenere il bonus bebè in tempo, in
quanto ostacolato, ironia della sorte, proprio da un software. Che è poi il solo deputato ad inoltrare la pratica al governo centrale. E non importa che il caf a fianco, ma che non è convenzionato col Comune in questione, ce l’abbia. Così, la famigliola è stata “rassicurata” solo grazie al fatto che alla fine l’Amministrazione comunale si è sobbarcato l’onere di caricare la procedura, a mano: «Abbiamo penato alcuni mesi, dove siamo stati varie volte rimpallati dal comune al caf, ma ringraziamo i funzionari che ora, in 48 ore, hanno risolto tutto: chi ci assicurava che il software sarebbe arrivato in tempo con la scadenza di fine giugno?», il commento di un padre di famiglia ora più sereno.
Il software del caf per il bonus-bebè non arriva e il Comune “dribbla” l’ostacolo burocratico