Da quattro mesi è come se si fosse volatilizzato nel nulla. Dal 24 luglio scorso nessuno ha mai più visto Bakal Momcilo, 44enne originario della Bosnia che abitava a Mappano di Borgaro e gestiva un magazzino di materiale per l’edilizia a Settimo.
E, ora, sia gli investigatori che i familiari temono sia finito molto male. Anche che possa essere stato ammazzato da qualcuno che ce l’aveva con lui. Forse per uno sgarro o per non aver rispettato dei patti. Perché parrebbe che l’ex militare bosniaco, che si era rifatto una vita in Italia, avesse delle frequentazioni pericolose. Ricollegabili sia alla malavita slava che a quella legata alle cosche calabresi.
La denuncia della sua scomparsa «un allontanamento spontaneo» venne presentata dalla sua attuale compagna, una 45enne, il 9 settembre scorso. Ma non ha mai convinto appieno i carabinieri, soprattutto per le tempistiche. Dopo aver effettuato la segnalazione la donna se n’è tornata a Locri, il suo paese d’origine.
Adesso, oltre ai carabinieri di Leinì, grazie alla richiesta del figlio di Momcilo Bakal, ad affiancare l’Arma ci sarà anche l’associazione «Penelope Piemonte» che ha affidato la vicenda all’avvocato Benedetta Donzella. Gli investigatori, coordinati direttamente dal capo della Procura Giuseppe Ferrando, indagano in tutte le direzioni e stanno stringendo il cerchio.
27 Nov 2016
Anche “Penelope” nelle ricerche dell’ex militare bosniaco scomparso da Mappano