Tensioni tra operai questa mattina davanti ai cancelli della Comital di Volpiano, dove hanno dovuto chiamare i carabinieri per consentire
l’accesso alle maestranze dell’altra azienda che condivide l’area industriale, la Lamalu. Questi lavoratori, pur dicendosi solidali con i 138 operai Comital, dicono però che ciò «non giustifica l’impedire a 48 lavoratori di un’altra azienda di accedere al proprio posto di lavoro. (…) per noi i
cancelli continuano a restare chiusi, millantando problemi di sicurezza che entrando verrebbero risolti nel giro di qualche giorno».
Colpevoli di tutto ciò, secondo i dipendenti Lamalu sarebbero i sindacati.
Oggi peraltro scadeva la proroga di una settimana alla procedura di licenziamento collettivo chiesta dall’azienda francese che oggi possiede la Comital e nel frattempo i rappresentanti aziendali si sono impegnati a chiedere una proroga di un mese dei licenziamenti collettivi, per avere il tempo necessario per consentire alle trattative in corso con potenziali acquirenti di chiudersi positivamente.
Così oggi la tensione è palpabil nel presidio che i lavoratori Comital hanno allestito da agosto: il problema dei dipendenti della Lamalu
invece, una cinquantina di persone che vogliono rientrare a lavorare, lo spiega con semplicità ancora il sindaco di Volpiano: «Lamalu può
lavorare se Comital è aperta, poiché chi si occupa di tutte le misure di sicurezza. Gli uomini di Lamalu possono entrare ma non possono fare
nulla: non possono, per esempio, accendere un altiforno senza il sistema di sicurezza attivo».
18 Ott 2017
Tensione tra operai davanti alla Comital, i lavoratori di Lamalu: «Vogliamo entrare a lavorare»