All’uscita del feretro, davanti al duomo di San Giovanni di Ciriè, il fischio delle sirene delle auto e delle motociclette della polizia municipale ha salutato oggi, giovedì 6 febbraio, Gian Marco Lorito, il vigile urbano 43enne di Palazzolo sull’Oglio, nel bresciano, che si è suicidato sparandosi con la pistola d’ordinanza. I funerali dell’agente si sono svolti a Ciriè – dove è poi stato sepolto – perché qui l’uomo aveva dei parenti.
Alla cerimonia hanno anche partecipato il sindaco di Ciriè Loredana Devietti e il comandante della polizia municipale Roberto Macchioni. Lorito avrebbe deciso di farla finita dopo essere stato preso di mira sui social da quando, il 24 gennaio, il presidente dell’Anmic orobica e nel direttivo nazionale, Giovanni Manzoni, notò l’auto della polizia locale di Palazzolo parcheggiata in un posto per disabili. La fotografò e la postò sul suo profilo Facebook. I commenti non si sono fatti attendere: a decine, di tutti i toni. Anche molto crudi e offensivi.
Lorito – sulla cui morte la magistratura ha aperto un fasciolo per istigazione al suicidio – si scusò subito e si era auto inflitto una multa più elevata, devolvendo un «contributo» all’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili. Il suo mea culpa l’aveva messo nero su bianco in una lettera, Gian Marco, dopo essersi multato: «Non ho parole per esprimere il mio rammarico. Voglio precisare che non era mia intenzione, ma purtroppo mi sono confuso con la segnaletica, anche se ciò non mi giustifica». Non solo. «A seguito di quanto successo voglia accettare un contributo di cento euro (che sarebbe stato pari alla sanzione per l’auto in sosta sullo spazio riservato ai disabili) per l’associazione da lei presieduta, oltre alle mie scuse, e continui a credere nelle istituzioni e nel nostro lavoro». Messaggio che aveva incontrato molti messaggi positivi. Non è bastato. Il vigile urbano, molto sensibile, non avrebbe retto e lunedì notte si è sparato con la pistola d’ordinanza.