I carabinieri della Compagnia di Venaria, dopo una lunga perquisizione nella sua abitazione di Nole Canavese, gli hanno trovato una pistola, una Bernardelli calibro 7,65, completa di caricatore, L’arma, illegalmente detenuta, è stata sequestrata dai militari e per Vittorio Bartesaghi, architetto 56nne di Nole, è scattato l’arresto. Non può però sfuggire che la perquisizione – effettuata venerdì pomeriggio a seguito di un’attività preventiva che rientra in una strategia più ampia in tutto il Torinese disposta dal comandante provinciale dei carabinieri di Torino, il colonnello Francesco Rizzo, per contrastare la detenzione illegittima di armi – ha comunque riguardato una persona che oltre ad essere un professionista ed un ex consigliere comunale è anche una delle figure coinvolte e condannate nel processo Minotauro per concorso esterno. L’architetto ha sempre dichiarato di essere innocente e di essere a sua volta vittima della ‘Ndrangheta, ma non gli avevano creduto né il tribunale di Torino né la Corte d’Appello che nel 2015 gli avevano inflitto tre anni di reclusione per tentata estorsione insieme al boss Vincenzo Argirò, ai danni di un imprenditore che aveva vinto alcuni lavori di sistemazione idraulica- per un milione e 800mila euro – a Vallo. Secondo l’accusa, Bartesaghi sarebbe stato il “classico colletto bianco” che faceva affari insieme agli ‘ndranghetisti
A seguito dell’intervento dell’altro giorno, l’uomo è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Mathi per detenzione illegale d’arma comune da sparo e dopo la convalida del fermo è stato collocato ai domiciliari. Gli accertamenti disposti sull’arma confiscata dovranno ora stabilire se la pistola sia stata utilizzata per commettere reati.
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