Secondo il “geniale” ed ignoto autore del messaggio affisso su alcuni parcometri della città, «l’attenzione verso gli anziani starebbe ammazzando i giovani », quindi «vecchi, mettevi da parte…». Il lettore autore dello scatto che mostra lo scritto vergognoso affisso sul parcometro e che pubblichiamo a pagina 4 del numero di questa settimana poi si chiede, «devono suicidarsi o costui vuole riaprire i forni…?».
Il biglietto è stato notato, e fotografato, in piazza Castello a Ciriè. Postato sui social ha scatenato il consueto putiferio su un aspetto che si inserisce sempre di più, in maniera direttamente proporzionale alle ondate pandemiche e alle chiusure (o non riaperture) di attività e scuole, nel dibattito, sempre più spesso surreale e pernicioso socialmente, innescato sia dai cosiddetti negazionisti sulla rete sia da quelli che li vedono semplicemente come invasati e ignoranti.
Quest’ultimi invece sciorinano competenze da controinformazione, bollando i primi come servi governativi della “macchinazione”. Sono, temo, i prodromi di una tenuta sociale a rischio, a maggior ragione se diffidenza, disagio economico e infine odio vestiranno queste nuove e in fondo vecchissime contrapposizioni tra Guelfi e Ghibellini di italica tradizione: una manna per le strumentalizzazioni politiche di cui il Paese non ha bisogno. Con l’aggravante del “tutti contro tutti”: genitori che non accettano la dad, altri che non l’accettano ma che sono settimane che – con dovizia di informazioni e ricorsi a Tar vari – non mandano i figli a scuola perché contrari all’uso delle mascherine; altri infine che non sopportano nè gli uni nè gli altri.
Tra le centinaia di messaggi a risposta dell’odioso scritto di cui sopra, «Gli anziani spesso sono più utili di alcune nuove generazioni… Hanno lavorato tanto e mantengono certi giovani incapaci…» ma anche “considerazioni” come: «Però una riflessione la merita: chi butteresti dalla torre, tuo padre o tuo figlio?».