L’11 aprile 2019, nella prima pagina del Risveglio, compariva l’immagine delle locandine affisse per Ciriè, “Sono tutti Agnelli”, contro le mattanze del periodo pasquale e l’invito a non prenderne parte. L’Amministrazione comunale ciriacese, un paio d’anni prima, pur senza “radicalismi” aveva licenziato un nuovo e più stringente regolamento comunale sulla materia dei maltrattamenti animali assecondando le nuove sensibilità sulla tematica.
In una società sempre più vicina alle cause animaliste, anche quest’anno sono partiti i dibattiti e le prime manifestazioni degli attivisti. Anche se molti passi sono stati fatti in questo senso: il numero di agnelli e capretti macellati negli ultimi anni si è dimezzato, l’anno scorso nel “picco pasquale” ancora 360 mila hanno perso la vita. Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente, ha fatto il suo appello, nella speranza di toccare la sensibilità dei consumatori «Mangiare la carne dei cuccioli è quanto di più lontano si possa immaginare dallo spirito di una festa che celebra la resurrezione e la vita».
Il Covid 19 da un anno domina il panorama dell’informazione, enorme fonte di angoscia per la popolazione italiana e non solo, tuttavia, anche il 2 marzo 2017, sul Risveglio si parlava di contagi ed epidemia.
A preoccupare i ciriacesi era il morbillo, con 145 casi in Piemonte e ben 43 in Ciriè e dintorni. Numeri esigui rispetto a quelli odierni della pandemia ma sufficienti a creare disagi, soprattutto negli ospedali dove diversi operatori sanitari erano stati contagiati. L’Asl decideva quindi di vaccinare gratuitamente i suoi dipendenti quando l’epidemia da morbillo proprio a marzo ebbe un preoccupante picco; il morbillo, nonostante in Italia continui a circolare, grazie alla vaccinazione ora infatti fa meno paura. Molto diversa invece è la situazione creata oggi dalla curva pandemica da coronavirus che continua, insieme al crescere delle limitazioni e all’aggravarsi della situazione economica, a preoccupare.
La riapertura sembra ancora lontana e si attende con pazienza l’immunità di gregge prevista per la fine del 2021, nella speranza che la campagna vaccinale sia il più veloce ed efficiente possibile.
(Debora Catberro*)