La vicenda del pronto soccorso dell’ospedale di Lanzo ancora chiuso, si riverbera naturalmente sullo stesso pronto soccorso di Ciriè, sul quale la scorsa settimana titolavamo come struttura «in affanno». La situazione di empasse naturalmente è stata affrontata anche dalla politica: da quella locale con i sindaci di Ciriè e Lanzo in testa financo a quella regionale, nel cui consesso si giocano le mosse decisive della sanità che ci riguarda da vicino e che ci interfacciano, per giurisdizione e per il conseguente meccanismo dei vasi comunicanti, con l’ormai difficoltà del nosocomio di Chivasso che cede i chirurghi a Ciriè, dove quest’ultimi anche qui fanno fatica.
«L’annuncio della riduzione dell’attività chirurgica nell’ospedale di Chivasso nei mesi estivi, conseguente alla richiesta ai chirurghi di questo presidio ospedaliero di rendersi disponibili ad operare a Cirié, non può non preoccupare molto i cittadini», hanno tuonato in Consiglio regionale con annessa interrogazione Pentenero e Avetta del Pd, invitando la Regione a trovare il giusto bilanciamento tra le esigenze dei due nosocomi appartenenti alla stessa azienda sanitaria, la Asl To4.
«Sappiamo che nei mesi di luglio e agosto si verifica una riduzione dell’attività chirurgica, pur garantendo sempre le emergenze e gli interventi più urgenti e complessi – aggiungono – Siamo consapevoli che quello della carenza di personale medico ed infermieristico è un problema strutturale, che non riguarda certo solo il Canavese o il Piemonte (peraltro, tra il 70 e l’80% del personale dell’AslTO4 viene preso attraverso un’apposita agenzia). Tuttavia crediamo che l’assessore regionale alla Sanità debba incontrare gli amministratori locali».
E a proposito di amministratori locali: «Siamo preoccupati per i nostri presidi ospedalieri dice il sindaco di Ciriè, Loredana Devietti – non vogliamo fare una guerra tra ospedali tirando una coperta troppo corta, in termini di personale medico, da una parte o dall’altra. Con i colleghi sindaci ci siamo confrontati e abbiamo bisogno di essere rassicurati sull’operatività del nostro DEA come sulle prestazioni chirurgiche presso l’ospedale di Chivasso, criticità che si aggiungono ad altre già note che, con l’allentarsi della morsa della pandemia, devono essere risolte. In questi giorni ci siamo in- terfacciati con il nuovo direttore generale Scarpetta che però è nella nostra Asl da meno di un mese e crediamo che il problema debba essere portato anche da noi amministratori al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità affinché supportino la nostra Asl, tra le più complesse del Piemonte, nei suoi servizi essenziali, in questo momento particolarmente complicato»