Sulle testata del Risveglio, nel numero di questa settimana, campeggia un piccolo simbolo grafico che evoca l’urgenza, oggi più che mai, di pace e giustizia nel mondo: non si tratta di un mero escamotaggio retorico ma di una pur piccola ma immarcescibile “verità” in cui crede chi scrive e penso buona parte di tutte quelle persone che si ritengano di «buona volontà».
Una convinzione che deriva da un valore, e cioè, che tutto quello che si può fare per migliorare o ancor meglio risolvere una situazione negativa (la guerra ne è l’esemplificazione massima), deve essere fatto. Anche prendere una netta posizione, peraltro strettamente aderente alla nostra Costituzione, è farlo. Ed è per questo che il Risveglio risponde all’appello, di cui parliamo più ampiamente sul giornale oggi in edicola, a pagina 2, lanciato già il 5 febbraio scorso dalla piattaforma online Peacelink, affinché perlomeno il Governo Italiano, al netto di ogni trattato o convenzienza geopolitica e delle pur legittime ragioni dei contendenti, sia almeno consapevole di una opinione pubblica, quella italiana, che rimane ferma e dirittta sul pilastro costituzionale per il quale la nostra Nazione ripudia ogni forma di guerra.
Nel nostro territorio, anche a fronte del retaggio storico da cui proveniamo, i primi a far rimbalzare sui propri canali la mobilitazione per dire no al conflitto Russo-Ucraino e al nostro eventuale coinvolgimento diretto sono stati i ragazzi del Gruppo Resistenti Ciriè-Valli di Lanzo. Nei prossimi giorni, attraverso un esercito pacifista trasversale sollecitato dalla piattaforma a livello nazionale si organizzaranno diverse iniziative tra cui sit in e manifestazioni in tal senso davanti ai punti nevralgici delle maggiori città italiane. Perché, citando Neruda, non ci sono se o ma e la guerra rimane sempre quella cosa (orrenda) fatta da persone «che non si conoscono ma si uccidono per gli interessi di chi si conosce e non si uccide».
firma l’appello: https://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=104&id_topic=3