È attivo da da martedì 3 settembre il nuovo sportello che il Gruppo Abele mette a disposizione del fenomeno dei ragazzi hikikomori, una delle tante e inquietanti facce del disagio giovanile nelle nostre società. Una problematica – ormai di portata internazionale per quel che riguarda l’Occidente – cui non fa eccezione il nostro territorio. “Hikikomori” è una parola giapponese che significa “stare in disparte”: i ragazzini interessati decidono di ritirarsi dalla vita sociale, rinchiudendosi nelle proprie stanzette, evitando qualunque tipo di contatto esterno, talvolta anche con i familiari.
Per questo il gruppo Abele – che opera nel Torinese – ha pensato ad uno strumento rivolto a genitori, docenti, ragazze e ragazzi che intercettano o presumono situazioni di ritiro sociale e che utilizzandolo potranno rivolgersi telefonicamente a una psicologa e psicoterapeuta della Fondazione Gruppo Abele per chiedere aiuto, consiglio o semplicemente ascolto.
«Le stime più recenti parlano di oltre un milione di Hikikomori nel mondo. Nel nostro Paese vengono definiti ritirati sociali: sono adolescenti e giovani adulti, in particolare tra i 14 e i 30 anni, che delusi o a disagio nel mondo esterno scelgono forme più o meno radicali di isolamento – commentano dall’associazione fondata da Don Luigi Ciotti – Secondo la prima indagine statistica sul tema, realizzata dal Gruppo Abele in collaborazione con l’Università della Strada e il Dipartimento di Fisiologia Clinica del Centro nazionale di ricerche (Cnr), in Italia parliamo di circa 50mila persone solo nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Adolescenti che rifiutano la vita sociale, scolastica e lavorativa e si ritirano in casa con relazioni esterne ridotte al minimo e contatti quasi esclusivamente mediati attraverso il web. Con situazioni spesso correlate di depressione, disturbi alimentari e altre forme di malessere psichico».
Del resto Gruppo Abele, con il progetto Nove e ¾, segue da anni giovani che rifiutano la socialità, e proprio grazie all’esperienza maturata ha deciso di concretizzare un piano di prevenzionein collaborazione con CTS (Centro territoriale di supporto per le nuove tecnologie e disabilità) di Torino.
Obiettivo: far emergere situazioni che tendono a rimanere troppo a lungo sotto traccia, per sottovalutazione, incomprensione, paura o vergogna prima che avvenga la cronicizzazione del problema.
Lo sportello telefonico sarà attivo il lunedì dalle 9.30 alle 12.30 e il giovedì dalle 15 alle 18. I numeri dedicati saranno lo 011-2486221 e il 335-6865389.