Cartella esattoriale choc per un piccolo artigiano pensionato di oltre 80 anni che a 20 anni dalla cessata attività della sua officina, operativa fino al 2004, si è visto recapitare in questi giorni dalla Agenzia delle Entrate una sanzione da infarto, di oltre mezzo milione di euro.
Non solo, nel frattempo il Fisco avrebbe anche già provveduto a fare un prelievo di 700 euro sul conto del figlio dell’uomo, che oltre a non c’entrare nulla con la passata attività del genitore fatta eccezione la co-intestazione anni fa in un conto familiare quand’era ragazzo – essendo disoccupato ha visto i pochi risparmi presenti quasi azzerarsi. «In 20 anni alcune notifiche erano arrivate, pensavamo ad un errore ma perché i prelievi oggi ai figli (disoccupati)?»
Franco Padellaro, oggi residente a Robassomero, questo il nome del malcapitato contribuente, non si dà pace: «Ma come è possibile che arrivi una sanzione del genere dopo così tanto tempo? A fronte di quale documentazione? Cercheremo di scoprirlo (con tutte le annesse difficoltà che ha mediamente un cittadino, quand’anche sia un giornalista, ndr) quando deverapportarsi col Fisco ma non nego di essere, oltrechè arrabbiato, spaventato, soprattutto per il futuro dei miei figli: quando ho chiuso l’attività a Ciriè perché non funzionava -non aveva più lavoro – ero alle porte della pensione (una piccola pensione da artigiano) così, per liquidare lavoratori e fornitori vendetti pure la casa a San Francesco e andammo in affitto a Robassomero: dove abbiamo continuato a vivere della pensione del sottoscritto e dopo qualche anno con l’aggiunta quella di mia moglie, nulla più e vi assicuro che sono tutt’altro che pensioni ricche, anzi. Ora ci possono prendere solo mobili e una vecchia automobile di 15 anni. Ma per i miei due figli, che vivono ancora con noi e che purtroppo non lavorano, è diverso: io e mia moglie siamo ormai anziani…».
Domani, venerdì 11 ottobre la famiglia è riuscita a prendere appuntamento con l’Agenzia: incrociamo le dita.