Non aver allacciato la cintura non ha influito sulla tragedia: questo in sintesi quanto ha pronunciato l’altro giorno in aula, in tribunale a a Torino, il medico legale Roberto Testi, consulente della procura incaricato di eseguire l’autopsia sul corpo di Ezio Cauda, il tassista 56enne di Borgaro Torinese (ed anche apprezzato chitarrista) che perse la vita travolto da un pioppo caduto sulla strada che stava percorrendo per lavoro.
Era circa la mezzanotte del 7 agosto di tre anni fa e in quel momento infuriava un forte temporale. L’albero sfondò il tettuccio della Fiat Tpo condotta dall’uomo, uccidendolo, illesa la donan che si trovava. abordo del taxi, Cauda stava percorrendo la strada Statale 10 da Torino in direzione Pino Torinese. Il processo per definire le reposnsdabilità della tragedia sta entrando nel vivo: alla sbarra per quella morte ci sono ora imputate per cooperazione in omicidio colposo cinque persone: le proprietarie del terreno a Pino Torinese che ospitava la pianta killer e i tre dirigenti dell’Anas, ente proprietario della strada. I famigliari del tassista (avvocato Fabio Ghiberti) e Inail si sono costituiti parte civile.