Di Barbania lo speleologo intrappolato nella grotta
Corsa contro il tempo dei soccorritori per salvare Marco Massola
Di Barbania lo speleologo intrappolato nella grotta
Il 62enne si è ferito nell'Abisso Paperino, nel Cuneese

Da diverse ore una 50ina di tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico provenienti da Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli e Umbria stanno cercando di raggiungere lo speleologo Marco Massola, 62 anni di Barbania, rimasto ferito nell’Abisso Paperino, nel Comune di Ormea nel Cuneese.

L’uomo, che è anche presidente del Gruppo Speleologico del Cai di Lanzo, è stato colpito in testa da una grossa pietra mentre stava procedendo all’interno della grotta con altri compagni. Lo speleologo è ora sotto controllo diretto di un sanitario del CNSAS specializzato nel soccorso medicalizzato in ambiente ipogeo. Massola, che si trova ad una quarantina di metri di profondità, ha subito un trauma cranico, ma è sempre rimasto cosciente. Il punto è stato anche raggiunto da un cavo telefonico che consente di comunicare con il campo base all’esterno.

Al momento le condizioni dell’infortunato rimangono stabili, in attesa procedere verso l’uscita. Gran parte del lavoro è stato dedicato alla disostruzione di 3 strettoie che devono essere allargate per consentire il passaggio dell’infortunato. Le operazioni si sono svolte con uso di esplosivi da parte di soccorritori speleologici appositamente formati.

++aggiornamento e comunicato stampa++

COMUNICATO STAMPA

Si è concluso con successo l’intervento di soccorso speleologico all’Abisso Paperino, Ormea (CN).

21 luglio 2025 – Si è concluso alle 1245 di oggi l’intervento di soccorso speleologico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) all’Abisso Paperino, sulla Colla Termini, nel comune di Ormea dove uno speleologo era rimasto ferito in seguito alla caduta di un masso.

L’incidente è avvenuto intorno alle ore 12:00 di domenica 20 luglio, circa mezz’ora dopo l’ingresso del gruppo di speleologi in grotta. La vittima si trovava alla base di un pozzo, a circa -40 metri di profondità, quando è stato colpito da una roccia staccatasi dall’alto. Immediatamente è stato lanciato l’allarme e, nel primo pomeriggio, i tecnici del CNSAS hanno raggiunto l’ingresso della cavità, situato a quota 1870 metri, ed effettuato l’accesso in grotta alle ore 16:00.

Nel punto dell’incidente è stata allestita una tenda riscaldata e condizionata, dove il ferito – che ha riportato un trauma cranico – è stato stabilizzato e monitorato costantemente da due sanitari del CNSAS, entrambi specializzati in soccorso medicalizzato in ambiente ipogeo. Per tutto l’intervento è stato mantenuto il contatto con il campo base grazie a una linea telefonica via cavo.

L’estrazione del ferito ha richiesto complesse operazioni di disostruzione in più tratti del percorso sotterraneo. I tecnici del CNSAS, opportunamente formati, hanno impiegato microcariche esplosive per allargare tre strettoie particolarmente impegnative che rendevano impossibile il passaggio dell’infortunato. Per superare questi tratti, il ferito è stato immobilizzato con un dispositivo KED, che consente la protezione della colonna vertebrale in spazi estremamente ristretti.

Il trasporto verso l’uscita ha richiesto il superamento di due pozzi verticali di circa 15 metri ciascuno, due meandri stretti e una strettoia particolarmente complessa. Grazie al lavoro coordinato di oltre 50 tecnici provenienti dalle delegazioni speleologiche del CNSAS di Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, le operazioni si sono concluse in sicurezza.

Una volta fuori dalla grotta, lo speleologo è stato nuovamente valutato dai sanitari e immediatamente trasferito in ospedale dal Servizio Regionale di Elisoccorso di Azienda Zero Piemonte.

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