Aggressione transfobica in pieno giorno ad una ragazza della comunità Lgbtq+: è accaduto martedì pomeriggio in una via del centro della città di Ciriè. La vittima, una 23enne che stava tornando a casa, dopo essere stata prima pesantemente apostrofata e molestata («non era la prima volta che quel gruppo mi insultava con epiteti e approcci volgari e molesti ma all’aggressione non erano mai arrivati, fino a ieri»), ha raccontato ai carabinieri che è stata accerchiata da un “branco” di circa una quindicina di persone, la maggior parte minori anche se alla reazione della giovane è stato un adulto ad allungare le mani e ad alzare i toni: la 23enne, divincolatasi, è riuscita a scappare a casa, vicino la quale si è verificato l’episodio e subito a denunciare.
Pochi minuti dopo – esasperata – suonava il campanello della caserma dei carabinieri: in un amen l’intervento degli uomini della Tenenza cittadina, con annessa e immediata applicazione del “codice rosso”. I militari hanno quindi identificato e interrogato molti dei ragazzi del gruppo, ancora sul posto dopo il grave episodio, risalendo presto all’aggressore adulto: una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
Nel frattempo i militari hanno catechizzato i minori coinvolti, ed avvertito i genitori: ragazzi che ora rischiamo la segnalazione alla procura dei minori, anche per le ingiurie pregresse al fatto di martedì. «Voglio rimarcare l’assoluta professionalità e sensibilità ricevuta in caserma – ha detto la giovane – nonché il tempestivo intervento. Ho avuto paura ma denunciare è necessario, ora basta subire».