Fabrizio Gargarone, vive da anni nel nostro territorio, una laurea in architettura, 63 anni, 40 dei quali passati a costruire eventi e festival che hanno segnato la storia della musica italiana partendo da uno dei suoi cuori più pulsanti: Torino.
Presidente dell’associazione Hiroshima mon Amour e uno degli assi portanti dell’ormai leggendario Flowers Festival, i cui echi dell’ultima edizione, la decima, sono ancora forti e presenti per qualità e quantità dell’offerta artistica proposta ancora una volta al pubblico. Nella sua carriera di promotore della cultura rock e pop ha incontrato nomi del calibro di Bob Dylan, Lou Red, Massive Attacck, Nick Cave ma la lista è sterminata e questo vale anche per la scena indie italiana che ha sempre supportato, artisti che anche grazie a lui sono arrivati nell’Olimpo dello spettacolo: da Jovanotti ai Baustelle, passando per Brunori sas, Afterhours e arrivando a Lucio Corsi. Molti di questi ancora prima del Flower sono passati dall’Hiroshima, anche da quello della sede mitica di via Belfiore tra gli anni ‘80 e 90.
Nel colloquio con il direttore Antonello Micali i Premi Tenco della zona, ma anche la suggestione dell’ex Amiantifera come area destinata ai concerti dei big internazionali ed un’analisi dello stato di salute dell’informazione: «Vi seguo, l’informazione locale credibile e professionale nonchè fuori dai grandi concentramenti di potere è quindi vero baluardo della comunità, anche in senso di promozione artistica»
(intervista registrata venerdì 18 luglio)