Riflessioni e la cronaca della trasferta per la grande manifestazione di Roma contro la violenza di genere
Il 25 Novembre del Collettivo Transfemminista Provincialotta -Photogallery-
Ed al ritorno in città un flash mob nel centro storico di Cirie

Riceviamo dal Collettivo Transfemminista di Ciirè Provincialotta e, volentieri, di seguito pubblichiamo

Anche quest’anno, insieme alle molte e molti giovani che lo compongono, il collettivo transfemminista ciriacese Provincialotta, ha preso attivamente parte alle mobilitazioni in occasione del 25 Novembre, giornata contro la violenza maschile sulle donne e di genere.

L’impegno che il collettivo si è assunto dalla sua nascita è ancora quello di poter essere una testa di ponte, un nodo tra i due capi di un filo che unisce i piccoli paesi di provincia e la grande città. Come più volte denunciato nel corso dei Pride cittadini, la violenza patriarcale trova un contesto più omertoso nelle piccole comunità di provincia, dove tutti conoscono tutti, non esiste l’anonimato e, quando mai viene meno, diventa bigottismo, bullismo, aggressioni (l’ultima soltanto quest’estate, per le strade di Ciriè, ai danni di una giovane ragazza trans). Il collettivo offre uno spazio in cui accogliere qualunque soggettività discriminata su un piano di mutuo aiuto, provando ad illuminare la via che porta allo scoperto ma con le giuste tutele e la dovuta solidarietà, la via che porta faticosamente alle denunce senza lasciare nessuna indietro, la via che porta ad attivarsi politicamente sui propri territori, attraverso una preziosa autoformazione reciproca. Sono ancora necessari soggetti intermediari tra la cittadina e le forze dell’ordine, tra la cittadina e l’istituzione, a volte tra la cittadina e il Centro Anti Violenza. Essere insieme, accompagnarsi, non solo quando si denuncia ma anche nel prima e nel dopo, aiutare le altre a prevenire le situazioni di violenza proteggendosi a vicenda, sono tutte azioni possibili grazie alla costruzione di reti di fiducia, di umanità, di amicizia. Crediamo questo sia di cruciale importanza tra donne e persone queer di ogni età qui in provincia.

Così il 22 novembre siamo partite tutte insieme per andare a Roma alla manifestazione nazionale indetta dal movimento Non Una Di Meno – alle cui assemblee torinesi prendiamo abitualmente parte – chi per la prima volta, chi ormai per felice abitudine. Portare i nostri corpi, insieme ad altre decine di migliaia di persone, nella piazza più importante d’Italia è ancora un gesto che sentiamo urgente, necessario; le nostre voci non sono ancora ascoltate, ed è lì, nello spazio pubblico, che impariamo a dibattere, a rivendicare, a lottare.

Domenica 23 novembre abbiamo realizzato un flash mob nel centro della nostra Ciriè dal titolo “AscoltaME TOO”, esponendo un lunghissimo cartellone nel centro storico e invitando i passanti a compilarlo con noi con tutti e 91 i nomi delle vittime di femminicidio, lesbicio e transcidio del 2025. Contemporaneamente si svolgeva la performance “Sedie scomode”, libri viventi attraverso cui i passanti potevano ascoltare testimonianze di violenza patriarcale, dall’ambito domestico, a quello lavorativo, dai contesti di guerra a quelli storici, fino alla postazione pensata per le bambine e i bambini, con libri viventi per l’infanzia.

Martedì 25 novembre, abbiamo infine preso parte al grande corteo torinese, scegliendo come tematiche principali delle nostre rivendicazioni di provincialotte, la grande necessità dell’autocoscienza maschile attraverso cerchi di condivisione esperienziale e decostruzione. A Ciriè esiste questa possibilità: per informazioni sul “Cerchio di condivisione maschile” di Provincialotta, trovate tutto sulla nostra pagina Instagram @provincia.lotta.

Gridiamo ancora a gran voce che faremo di tutto per contarci da vive e non da morte. Troviamo desolanti le parole di alcuni ministri del governo degli ultimi giorni. Noi vediamo forza e speranza nei movimenti spontanei e dal basso, nell’iniziativa e nell’ascolto tra pari, nell’esserci le une per le altre in qualsiasi circostanza, nel costruire ogni giorno con le nostre azioni singole e collettive la società più giusta per cui lottiamo.

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