RIVAROLO – Le mette sulla burocrazia e sulla scaramanzia l’ex sindaco di Rivarolo Fabrizio Bertot, ma che abbia un piede dentro al Parlamento europeo è cosa sempre meno remota, anzi è sempre più probabile da quando chi lo precedeva in graduatoria, Gabriele Albertini e Mario Mauro (oggi nella lista dei 10 saggi di Napolitano) hanno lasciato, dimissionari, il loro seggio in Parlamento europeo. Bertot, quattro anni fa, alle ultime elezioni europee del 2009, aveva sfiorato lo scranno europeo per una manciata di voti, raccogliendo oltre 19mila preferenze.
Voti che però, almeno una parte naturalmente, erano poi finiti sotto la lente d’ingrandimento della magistratura nell’ambito dell’inchiesta Minotauro sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta, mentre il suo segretario comunale (Nino Battaglia, oggi imputato nell’omonimo processo) finiva in carcere con l’accusa di voto di scambio. Infine, lo scioglimento e il conseguente commisariamento del Comune, che sembravano, almeno in questa fase, aver messo fuori partita l’istrionico politico rivarolese in quota PdL.
La carriera di Bertot potrebbe dunque ripartire dal Parlamento europeo, dove gli rimarrebbe un anno di legislatura; comunque una chance da non perdere. Intanto gli è stato notificato in questi giorni l’avvio della procedura della Cassazione per la valutazione della sua eleggibilità: di fatto un passaggio meramente tecnico, che non contempla l’opportunità politica, ma solo giuridica della vicenda e, in fondo, Bertot, nell’inchiesta Minotauro non è stato mai nemmeno indagato.
«Mi consenta un po’ di prudenza – commenta – Mauro e Albertini sono dimissionari, ma i giochi non sono ancora fatti: inoltre non sappiamo quanto durerà la legislatura del Parlamento nazionale, da cui dipendono alcuni aspetti cruciali per la mia eventuale eleggibilità. Ma se diventerò europarlamentare ne sarò felice e spero di dare il mio contributo, impegnandomi soprattutto per la difesa nel Made in Italy».
Bertot ad un passo dal Parlamento europeo