Pasto da casa negato alle medie di San Carlo: «Vogliamo poter scegliere, il Comune non ce lo permette»
21 Set 2016
Pasto da casa negato alle medie di San Carlo: «Vogliamo poter scegliere, il Comune non ce lo permette»

(a.m.) Un gruppo di genitori oggi ha portato all’Istituto comprensivo di Ciriè le proprie istanze per consentire ai propri figli di poter consumare a scuola il pasto preparato a casa. Opzione cui si oppone invece il Comune. È un po’ diversa dalle altre questa vicenda, l’ennesima che chiama in causa il dilemma “mensa sì- mensa no”: in questo caso, infatti, non ci sarebbero sullo sfondo motivazioni economiche, bensì – come rimarcano i rappresentanti dei genitori in questione – di qualità dei piatti, non graditi ai propri figli. Il caso riguarda i plessi di San Carlo Canavese, soprattutto le scuole medie e stamattina una nutrita delegazione di genitori è stata
ricevuta dal dirigente scolastico , che in sostanza ha ribadito la non contrarietà all’opzione, rimandando la palla al Comune.
«Tengo a precisare che i nostri figli non sono viziati e che la nostra protesta non è capziosa – spiega Piero Operti, uno dei rappresentanti dei genitori coinvolti – vorremmo solo poter scegliere, come peraltro i procedimenti giudiziari stanno stabilendo, in piena libertà cosa dare
da mangiare ai nostri figli: nel nostro caso non esiste un punto mensa e pertanto i cibi, confezionati all’esterno, arrivano, diciamo poco freschi: se la pasta asciutta è cucinata alle 10, come può essere piacevole (e salutare) somministrata all’una? Non critichiamo l’azienda che fornisce i pasti, ma il metodo. E tanto meno critichiamo chi invece gradisce questo servizio: vogliamo solo poter scegliere. A Ciriè e in altri paesi vicini non hanno questo problema».
Il problema dunque riguarda l’utilizzo del refettorio: l’Amministrazione comunale, che gestisce la scuola, non ne ha un altro da mettere a disposizione e tantomeno uno spazio ad hoc.
«Sono scuse – ribattono i genitori – già così nello stesso spazio mangiano alunni che consumano alimenti diversi, vuoi per intollerenza alimentari, vuoi per altro tipo di scelte alimentari. E mica c’è il problema della contaminazione dei cibi, anche perchè gli insegnanti vigilano».
(Il servizio completo e la risposta del sindaco Ugo Papurello nel giornale in edicola giovedì 22 settembre)

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