Anni di urla e furore (ma mai nulla di più). Anni di sofferenza e cure e poi la serenità degli ultimi. Sempre tra i ragazzi di quella che era diventata la sua seconda casa, la Soce di Ciriè. Era il vero “diversamente giovane” del locale in cui in città si fa ancora musica e cultura. E socializzazione. Anche per questo Cescu ci si trovava bene, lui che dopo gli anni post Legione Straniera ed una giovinezza ancor più difficile se possibile, e con i fantasmi che lo avevano accompagnato dopo 30 anni di servizio militare qualche problema con gli altri, quelli che non sapevano, quelli che non capivano o che non volevano capire e basta, lo aveva avuto. Negli ultimi otto anni è stato forse l’unico avventore della Soce a non perdersi un concerto, un cabaret. Un bicchiere di vino con i giovani di cui era diventato molto di più che una mascotte. Francesco Cat Genova, 76 anni solo all’anagrafe, se ne è andato, anche questa volta in silenzio, in punta di piedi poco prima di Natale, nella notte tra domenica e lunedì, ucciso da un malore nella sua casa dopo che aveva salutato per l’ultima volta con il suo placido sorriso gli amici di tutte le sere.
I suoi funerali si svolgeranno venerdì 28 dicembre alle 10 nel duomo di Ciriè.
La notizia della morte di Cescu ha lasciato incredule e addolorate le tante persone che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, ma ancor prima di comprenderlo. Bellissimo, in poche righe, il ricordo di Matteo Marietta, amico di Cescu ancor prima che gestore e direttore artistico del circolo Arci cittadino, che a Francesco aveva persino dedicato una oramai famigerata t-shitrt: “Arrivare a essere un’icona nel proprio territorio, riuscire a vivere la vita come un’avventura, resistere a chi ti vedeva solo come il personaggio folle del paese, riscattarti come uomo e farti conoscere alle nuove generazioni come Cescu, nonno adottato da tutti noi, che fece la Legione e che nei suoi occhi la conservò. Attraverso la tua semplicità, ci hai insegnato che in fondo qualsiasi siano i nostri percorsi e a quanti traumi ci possono lasciare, un giorno potremo finalmente brindare con amici vecchi e nuovi e farci una risata di fronte a questo pazzo valzer che è la vita. Alla tua Cescu, e grazie di tutto!”
Il Risveglio dedicherà a Cescu l’apertura della pagina della rubrica Meno 35 del giornale in edicola venerdì 28 dicembre con un profilo a cura di un’altra persona che conosceva e voleva bene a Francesco, il nostro Luigi Bairo