È una delle eccellenze professionali ed economiche del territorio: vanta collaborazioni prestigiose con aziende di livello nazionale, recentemente si è aggiudicata anche il premio Gambero Rosso per il Ketchup che produce, inoltre sostiene lo sport del territorio e le sue realtà più importanti. Mai un problema prima dell’altro giorno, ancorché giudiziario: è la sintesi di Cereal Terra, azienda ciriacese specializzata nella produzione di cibi conservati biologici, finita sebbene indirettamente – nell’inchiesta della Procura di Milano sulla morte di Anna Bellisario, la 21enne allergica ai latticini che ha perso la vita il 26 gennaio scorso dopo aver mangiato un tiramisù vegano in un ristorante del capoluogo lombardo.
Due membri dell’azienda produttrice del dolce sono finiti nel registro degli indagati per omicidio colposo e con loro, per la presenza di tracce d’albume nel laboratorio di preprazione dei panini, un responsabile della catena di fast food teatro della tragedia, la Flower Burger, e due rappresentanti della ditta Cereal Terra, con l’ipotesi di reato di frode nell’esercizio del commercio.
Iscrizioni nel registro degli indagati, per posizioni diverse quindi, ma che sono anche un atto a tutela degli stessi in vista dell’autopsia e dei suoi risultati. Va detto subito che la questione delle salse che hanno tirato in ballo anche Cereal Terra, dai primi accertamenti, non sarebbe ascrivivibile allo choc anafilattico che ha ucciso la giovane. La vittima sarebbe stata solita mangiare alimenti con contaminazioni di uova, alle quali era allergica ma in misura molto lieve. Prima del dolce – che rimane il principalmente incriminato per questa tragedia – la ragazza aveva mangiato un panino condito con una delle salse, una maionese di soia “senza uova” che il ristorante compra dalla ditta ciriacese e che aggiunge come base ad una senape che autoproduce: purtroppo durante i controlli dei Nas in uno dei secchielli Cereal Terra e in uno di quelli del locale sono state trovate, sebbene minime, tracce di albume, configurandosi così l’ipotesi della “frode in commercio”: la scorsa settimana i capannoni dell’azienda ciriacese sono stati oggetto di meticolosi rilievi e accertamenti da parte dei carabinieri dei Nas, dai quali non sarebbe emerso niente; null’altro che quello che talvolta è imponderabile, come nei rilievi a Milano: errore umano, sfortuna, peraltro circoscritti ad un caso su migliaia.
«Ci siamo messi subito a disposizione degli inquirenti – confermano da Cereal Terra – ed abbiamo a nostra volta fatto analizzare tutte le scorte del prodotto: non una traccia di allergene era presente: tanto che il prodotto ritirato ci è stato restituito dopo pochi giorni. Ora abbiamo cambiato etichettatura, sulla quale non ci sarà però più la dicitura “senza uova” e dove saranno indicati i possibili allergeni. Questo perché nonostante l’attenzione maniacale alle procedure ci può essere la variabile imprevista e occorere tutelare il pubblico, come l’azienda del resto.»