È domenica pomeriggio e la chiesa sanfranceschese è gremita di fedeli e curiosi che vogliono assistere alla prima messa del nuovo parroco: padre Michele Marongiu. Ci sono tutti: gli amministratori comunali, la Vittoriosa pronta anche a suonare e le associazioni con i labari. Tutti vogliono salutare, stringere le mani, augurare un buon percorso. Già lo conoscono, non è un volto nuovo.
Da tre anni, infatti, padre Michele svolge il ruolo di collaboratore parrocchiale. Ed è proprio così che si apre la lettera di Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. «Caro padre Michele, tre anni fa raggiungevi la comunità dei padri Somaschi a San Francesco al Campo, con 24 anni di professione religiosa e 18 di ordinazione, dopo esperienze pastorali in Piemonte, Liguria e Sardegna, la tua terra d’origine. Hai seguito i giovani in varie strutture e in varie condizioni. Esperto in umanità, oltre agli studi teologici a Roma al Laterano, ti sei anche laureato in filosofia a Cagliari con il massimo dei voti. Ti ringrazio ora per la disponibilità che hai dato ad assumere l’incarico di parroco. Succedi al prezioso e generoso servizio di padre Giacomo Ghu. Ora tu sarai parroco di San Francesco, padre Fabrizio lo sarà di San Maurizio e padre Giacomo sarà collaboratore in entrambe le parrocchie». Padre Giacomo Ghu continuerà infatti ad essere presente nella quotidianità dei suoi parrocchiani. «È la prima volta che lavoro in una parrocchia. Ho avuto modo di conoscere le associazioni e i gruppi – commenta Don Michele – l’Amministrazione comunale meno, se n’è sempre occupato Padre Giacomo. Per ora non ho programmi, devo abituarmi a questo nuovo ruolo, essere parroco di una comunità è diverso. Per ora voglio conoscere le persone: in una parrocchia le persone concrete valgono più delle istituzioni e dei gruppi che rappresentano».
19 Set 2012
«Le persone prima di tutto»