Poche settimane fa il nostro giornale aveva anticipato la presenza di due agenti del nucleo nomadi del Comune di Torino sulla navetta della linea 69, come soluzione, apparsa a tutti di buon senso, all’annoso problema dei disagi (vessazioni, insulti, tentativi di furto) causati dai alcuni minori rom per così dire problematici che utilizzano lo stesso servizio per spostarsi dal campo nomadi di strada dell’Aeroporto. (Tralasciamo in questa sede la correlazione tra la problematicità di certi ragazzi e il crescere e vivere in una favelas del genere, che fa tanto sinistrorso buonista e ipocrita).
Il servizio, che pareva funzionare, senza arrivare alle clamorose provocazioni degli ultimi giorni dei bus sdoppiati per zingari e cittadini normali (?) a mò di apartheid, non è però durato, riaprendo nelle settimane successive, anche a suon di strumentalizzazioni e boutade varie che in un amen hanno cristallizzato scenari dal America del Sud di 60 anni fa o Sudafrica (di soli 30), il tema della sicurezza sul suddetto bus.
Ci saremmo forse risparmiati tutto questo, comprese le ombre sul razzismo che hanno sancito l’ennesima lacerazione in seno alla sinistra, essendo l’Amministrazione borgarese in quota Pd e il suo assessore di riferimento Spinelli, che è di Sel, impegnati in questi giorni a litigare con Vendola and Co, che male hanno digerito la proposta a metà tra il pragmatico e il provocatorio dei bus ad utenza diversa in qualche modo “venuta fuori” dall’ultima riunione che l’Amministrazione aveva organizzato sul tema, giovedì sera.
E ci saremmo risparmiati pure quel senso di colpa, da rimuovere prestissimo in fondo, fino al prossimo allarme, di quando frettolosamente decretiamo, per poi scoprire che non è vero, che gli zingari rubano i bambini e che stuprano le ragazze… salvo realizzarlo dopo aver organizzato un pogrom per punirli nelle loro tane spesso disumane; tutti e indiscriminatamente.
Il tutto, sarebbe forse stato evitabile, dunque, risparmiandoci, appunto, un passaggio, quello che ribalta i nessi causali della vicenda per finire dritto in bocca alla strumentalizzazione politica e alla pancia della gente, che storicamente cose buone raramente ne hanno fatte.
Insomma, prima del putiferio, non si poteva continuare, anche come deterrente, con i controlli del bus che erano stati avviati? A maggior ragione se è vero che, da oggi, lunedì 27 ottobre, due controllori dovrebbero stabilmente stare a bordo della linea 69, come ha annunciato lo stesso sindaco di Borgaro, Claudio Gambino, su Facebook, spiegando di aver avuto in tal senso rassicurazioni dal presidente Gtt, che ha confermato la presenza di una squadra fissa di controllori sul 69 e di aver scritto a sua volta al prefetto per sottoporgli la problematica, sollecitando eventuali altre soluzioni.
Intanto, a pochi chilometri di distanza, un’altra vicenda dai contorni surreali, se non fosse che certi temi sono nuovamente in pericoloso spolvero nel Paese, cooroborati da certe forze politiche che da essi hanno tratto nuova linfa, si segnala da Volpiano. In un delirio di confusione semantica sempre più veicolata spregiudicatamente sui social. Sulla scorta di una serie di furti (come sempre ascritti ai nomadi, e spesso è vero, come anche che a rubare e rapinare siano moltissimi italiani), a Volpiano, che la recente cronaca giudiziaria ha detto essere anche sede di una feroce locale di ‘ndrangheta, la mafia su una pagina su Facebook della cittadina è stata addirittura invocata: “Una volta a Volpiano c’era chi si lamentava perché si diceva che c’era la ‘ndrangheta… Intanto non toccava niente nessuno. Nessuno rubava a Volpiano e si viveva tranquilli”. E’ questa una delle frasi apparse su “Sei di Volpiano se”, oltre mille iscritti, tra i quali anche sindaco e amministratori della cittadina, gente da sempre sul pezzo sull’argomento a suon di collaborazioni e iniziative con Libera. Un’alttra provocazione? Comunque, nella migliore delle ipotesi, una colossale stupidaggine, verrebbe da dire. Macché, la geniale proposizione è stata salutata invece con un botto di post entusiasti ed assertivi da parte di decine di cittadini.
Questo non per dire che il problema del 69 o dei furti non ci sia o che non sia rilevante, ma che la differenza la fanno sempre i metodi che nascono da analisi serie delle criticità, che consentono comparazioni e ponderazioni, in un preciso nesso logico e conseguenziale delle variabili in gioco. Per dirla meno sociologicamente: a scuola ci sono i bulletti; che facciamo li mandiamo in una scuola solo per loro brutti e cattivi? La stessa pseudologica che sta all’orrendo luogo comune di quando si invocano fascismo o mafie per mantenere l’ordine pubblico.
(Sul giornale in edicola giovedì 30 ottobre un’intera pagina di approfondimento dedicata alla controversa vicenda e tutti i suoi ultimi aggiornamenti)