La campagna vaccinale e le sue “ombre”, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Egregio Direttore, vorrei raccontare l’esperienza di vaccinazione presso l’Ospedale di Ciriè.
Premetto non voglio criticare l’ospedale, dove mio marito è stato ricoverato diverse volte ed ètutt’ora in cura, del quale non posso che lodare la professionalità e la qualità dell’assistenza.
Le mie critiche sono per l’organizzazione della vaccinazione.
Partiamo dall’inizio: il 15 marzo (giorno di apertura delle prenotazioni 70/79enni) il nostro medico di famiglia ha inserito mio marito come vulnerabile (ha l’invalidità 100% per patologie cerebrali, neurologiche e cardiache) e la sottoscritta come convivente (se mi ammalo io chi lo assiste?).
Per più di 15 giorni silenzio assoluto, poi venerdì 2 aprile arriva un SMS solo per mio marito con appuntamento per il 5 aprile (un preavviso molto breve).
Lunedì 5 aprile ci rechiamo all’Ospedale: coda fuori dall’ingresso si entra per orario di appuntamento… ma sono in ritardo. Dopo un po’ di attesa veniamo fatti entrare e indirizzati nel seminterrato in una sala d’attesa.
Grande e spaziosa ma dove non c’è nessuno che dia informazioni, intanto passa il tempo e siamo già oltre la mezz’ora di ritardo. Visto che nessuno chiama o dice niente alcuni dei presenti sono andati in giro a vedere e c’è un’altra saletta d’attesa con molte persone e un corridoio con la fila per entrare all’area vaccini.
Ci trasferiamo tutti per poter seguire l’andamento, praticamente ci dobbiamo interrogare tra i presenti per metterci in ordine di orario di prenotazione.
Specifico: le prenotazioni sono state date una persona ogni 2 minuti, considerato che i vaccinandi erano tutte persone vulnerabili, avanti con gli anni e con patologie, il tempo per l’anamnesi variava da 5 a 10 minuti… è facile fare il conto del ritardo che si accumulava.
Non posso e non voglio dare nessuna colpa agli operatori presenti, medici, infermieri ed assistenti, tutti gentili e disponibili ma anche loro sopraffatti dalla situazione. Ma chi è che ha organizzato così male?
Concludendo mio marito è stato vaccinato un’ora e mezzo dopo l’orario di prenotazione, (la sottoscritta come convivente non si sa quando), siamo stati per tutto il tempo ammassati in salette senza finestre e ricambio d’aria con tanti saluti al divieto di assembramento. E si trattava di persone vulnerabili e anziane!
E’ stato, per una regione come il Piemonte e per la Provincia di Torino, qualcosa di vergognoso e per chi ha problemi di salute come mio marito un vero incubo, spero che per il richiamo si possa migliorare.
Grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti
Lettera firmata